Politica

La commissione banche contro Bankitalia e Consob

Per mancanza di accordo fra i gruppi, passa solo la relazione della maggioranza con 15 sì del Pd più i voti del presidente Casini e tre 'alleati'

Pierferdinando Casini

Alla fine niente da fare: la commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche non ha trovato l'accordo per concludere il lavoro con una relazione unitaria, complice la campagna elettorale che certo non ha aiutato a distendere il clima. E così, anche grazie ad alcune assenze fra i parlamentari del centrodestra, è passata la relazione della maggioranza con 15 voti del Pd e i voti del presidente Pierferdinando Casini, candidato dal Pd a Bologna, Bruno Tabacci di + Europa, di Paolo Tancredi (Cp) e Karl Zeller (Per le autonomie). Quindici i voti contrari (Movimento 5 Stelle, Lega, alcuni parlamentari del gruppo Misto).

Nella relazione si calca l'accento sulla vigilanza non adeguata esercitata nell'ultimo decennio dalla Banca d'Italia e dalla Consob.

"La Commissione è giunta a ritenere che in tutti e sette i casi di crisi bancarie oggetto di indagine le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d'Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio. L'approfondimento di alcuni eventi ha fatto emergere nell'ambito dell'inchiesta oggettive debolezze nella collaborazione e nello scambio reciproco di informazioni rilevanti fra i due organismi".

Nella relazione si legge anche che "pare opportuno valutare la previsione di allargare a Banca d'Italia i poteri investigativi già riconosciuti a Consob dal Tuf e quindi, fra l'altro, il potere di utilizzare la polizia giudiziaria per effettuare accessi, ispezioni e perquisizioni. E' necessario garantire costanti ed efficaci scambi di informazioni fra le Autorità di vigilanza nazionale".