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Autopsia in ritardo, l’ultimo oltraggio del Covid

Anziano della Rsa deceduto per Coronavirus, il troppo lavoro nell’unico ospedale idoneo allunga i tempi per gli esami sulla salma e per i funerali

Il Covid ha deciso di portarselo via il 14 maggio “stabilendo” così che lui – diciottesima vittima tra gli anziani ospiti della casa di riposo di Montevarchi – fosse il primo a morire per Coronavirus dopo l’apertura dell’inchiesta della Procura di Arezzo a seguito dell’esposto presentato a fine marzo da Silvia Chiassai, sindaco della cittadina. 

Ciò ha comportato che il Tribunale disponesse il sequestro della salma del 67enne e l’autopsia per stabilire le cause della morte. Disposizioni possibili anche perché i familiari dell’uomo hanno presentato a loro volta un esposto alla magistratura subito dopo il decesso e prima della tumulazione.

Ma il Covid si è messo di mezzo di nuovo comportando un ritardo degli accertamenti. L’unico ospedale della Toscana che è nelle condizioni di effettuare gli esami necroscopici garantendo la piena sicurezza dei sanitari è quello di Careggi, una sola la sala disponibile per le autopsie legate al Coronavirus. L’attività è purtroppo intensa e i tempi si sono allungati provocando inevitabilmente un ritardo – rispetto alle aspettative – nell’autopsia dell’anziano montevarchino. 

Probabilmente gli accertamenti a cura del dottor Marco Di Paolo della Medicina Legale di Pisa si terranno lunedì prossimo comportando involontariamente un ulteriore rinvio dei funerali dell’ospite della Rsa di Montevarchi.