Attualità

Ad Arezzo la prima industria mangia-smog

La sede di una nota azienda orafa, grazie alla sinergia con un'altra impresa valdarnese, è stata circondata da verde verticale di ultima generazione

Andrea Milani

Un progetto di Green Factory per sviluppare nuovi criteri di ecosostenibilità e di qualità ambientale in terra d’Arezzo. L’intervento è stato condotto in sinergia da due aziende locali, la Milani Giardini di Terranuova Bracciolini e la Chimera Gold di Ceciliano, e ha trovato il proprio cuore nella comune volontà di sfruttare le potenzialità del verde verticale di ultima generazione per andare a dar vita a uno stabilimento con capacità di assorbimento dell’inquinamento nell’aria. La combinazione tra elementi vegetali e elementi architettonici, infatti, ha permesso di trasformare un contesto industriale in un contesto naturale con benefici per l’ambiente, il paesaggio e le persone.

Il progetto è stato condotto dalla Milani Giardini, azienda fondata nel 2016 e forte oggi di trentadue dipendenti, e ha interessato la sede della Chimera Gold attraverso la progettazione e la realizzazione di un sistema di piante rampicanti parallele alle pareti esterne dell’edificio. Questa cortina verde, sviluppata su una struttura in metallo di cinquantotto metri di lunghezza e quasi nove metri di altezza, è costituita prevalentemente dal rampicante sempreverde Lonicera Caprofolium che unisce elevati standard estetici a elevate capacità di assorbimento e sottrazione di gas e altre sostanze tossiche presenti nell’atmosfera. 

Le caratteristiche di questo progetto di verde verticale, svolto con il supporto dell’architetto Rino Cappelletti, permettono inoltre di perseguire una riduzione dell’inquinamento acustico e un regolamento dell’isolamento termico con conseguente risparmio energetico, oltre a portare un contributo all’elemento paesaggistico in virtù della sostituzione della parete industriale con una nuova parete naturale.