Cronaca

Imprenditore minacciato fa arrestare due operai

Padre e figlio hanno perseguitato per mesi l’ex datore di lavoro per essere riassunti. L’uomo tende una trappola con l’aiuto dei Carabinieri

Foto di repertorio

Un imprenditore coraggioso. Ad ogni minaccia ricevuta ha presentato denuncia. E poi, quando la faccenda si è fatta davvero pesante e rischiosa è riuscito a tendere una trappola ai suoi aguzzini facendoli cogliere sul fatto dai Carabinieri.

Al centro della vicenda un impresario edile valdarnese perseguitato per mesi da due uomini originari della Sicilia: un cinquantenne, che per qualche tempo aveva lavorato nell’azienda, e suo figlio di venti anni.

La storia è iniziata nel dicembre scorso quando il cinquantenne si è licenziato per poi pretendere e ottenere sotto minaccia il pagamento immediato del Tfr. Successivamente l’uomo ha fatto pressione in tutti i modi sull’imprenditore valdarnese per essere riassunto nella ditta insieme al figlio. Vista la resistenza dell’ex datore di lavoro, sono iniziati gli avvertimenti: lettere minacciose messe nella cassetta della posta dell’uomo, bottiglie piene di benzina lasciate in un cantiere edile che l’imprenditore aveva allestito in Umbria accompagnate dall’ennesimo messaggio che invitava a “comportarsi correttamente”, telefonate intimidatorie alla famiglia dell’imprenditore.

L’ultima pretesa avanzata dai due malviventi è stata però per loro fatale. Qualche giorno fa hanno chiesto un colloquio con l’impresario per discutere della riassunzione. L’appuntamento si è trasformato per loro in una trappola. Il valdarnese ha avvertito i Carabinieri di San Giovanni che si sono appostati nei pressi dell’ufficio del titolare dell’azienda. Il colloquio tra i tre si è fatto subito acceso, padre e figlio hanno minacciato di usare “le lame” e a quel punto i militari sono intervenuti arrestando i due operai in flagranza. Durante la perquisizione, indosso al cinquantenne è stato trovato un coltello a scatto detenuto illegalmente mentre nella loro abitazione sono stati rinvenute e sequestrate bottiglie di plastica identiche a quelle scoperte nel cantiere edile umbro.

Padre e figlio lunedì sono stati trasferiti al carcere fiorentino di Sollicciano e ieri l’arresto è stato convalidato dal giudice.