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Attualità domenica 01 novembre 2020 ore 17:51

In Piazza Grande il funerale alle piccole imprese

Il flash mob dell'Associazione Partite Iva Toscane sulla scalinata della Fraternita, una salma circondata di cartelli mortuari



AREZZO — In Piazza Grande è andato in scena un funerale alle partite iva toscane. Ad organizzarlo - si è trattato in realtà di un flash mob, scelto come forma di protesta per evitare le infiltrazioni di teppisti viste anche a Firenze - l'associazione che intende riunirle, la A.P.I.T. (Associazione Partite Iva Toscane), che sta portando la protesta in giro per tutta la Toscana ed è già stata e tornerà anche a Roma, davanti a Montecitorio.

Sulla scalinata del palazzo di Fraternita erano disposti una gran quantità di cartelli che annunciavano il decesso di imprese, sport, spettacolo, partite iva, commercio e palestre. Davanti agli storici gradoni un finto feretro, coperto da un lenzuolo bianco che lasciava però scoperte delle scarpe. All'interno, immaginaria, la salma delle partite iva, a significare la morte delle piccole imprese. L'associazione accusa infatti il Governo di starne provocando la chiusura, attraverso i provvedimenti e i decreti che sono stati presi finora e quelli annunciati. L'obiettivo dichiarato della Presidenza del Consiglio è la lotta alla diffusione del Covid-19, ed anche i rappresentanti dell'A.P.I.T. sono ovviamente d'accordo sulla priorità da dare alla salute.

E' sui metodi e sulle scelte che dissentono, fortemente, al punto da essersi costituiti in associazione e da portare avanti da questa primavera la protesta. Inutili e sbagliate secondo loro le direttive. L'accusa principale è quella di aver innescato, con le decine di direttive fra Dpcm ed emendamenti, un vortice dal quale le imprese non riescono ad uscire.

"Anche io ero titolare di una partita iva - ha dichiarato Massimo Gervasi di A.P.I.T. al termine del flash mob - e sono stato costretto alla chiusura ed a consegnare le chiavi del locale al proprietario". Per l'associazione l'errore del Governo è stato puntare su un aiuto da dare all'imprenditore. Una misura non sufficiente, che ha costretto e costringerà, secondo A.P.I.T., molte imprese alla chiusura per il problema fondamentale: non si riesce a pagare l'affitto dei locali se l'azienda sta chiusa. "Se invece che un credito d'imposta a noi avessero imposto ai proprietari di rinegoziare i canoni di locazione, dando a loro l'aiuto che serviva a ricompensarli del sacrificio, molte aziende non sarebbero state costrette alla cessazione dell'attività, come invece succederà ancora e sempre più spesso nei prossimi mesi", ha concluso Gervasi

Ma il problema non è solo per gli imprenditori, perché le chiusure significheranno anche dipendenti senza lavoro, quindi meno soldi da spendere e minori incassi per chi riuscirà a tenere ancora aperta l'attività. Un circolo vizioso appunto, con ricadute negative enormi anche da un punto di vista sociale.

La protesta di A.P.I.T. continuerà nei prossimi giorni a Pontedera, Pisa e infine Livorno, con una grande manifestazione di chiusura. Poi l'associazione si sposterà a Roma, davanti a Montecitorio, dove già avevano manifestato mercoledì scorso.

Giulio Cirinei
© Riproduzione riservata


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