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Attualità sabato 06 febbraio 2021 ore 11:10

Zona gialla, "non è tana libera tutti"

Si rincorrono appelli di sindaci, autorità sanitarie e amministratori mentre la curva del contagio risale. E le varianti sono alle porte



AREZZO — Ieri in provincia di Arezzo sono stati registrati 75 nuovi casi di Covid. Un dato più alto rispetto al trend degli ultimi giorni. E questo preoccupa. Non solo: sono state individuate varianti del virus alle porte di Arezzo, nella Valdichiana senese. A Chiusi, da domani fino a domenica prossima, scatta la zona rossa. Unica realtà in Toscana che, per almeno un'altra settimana, si tinge di giallo.

Sì, perché anche a livello regionale i positivi stanno aumentando e il vaccino non è ancora abbastanza diffuso. Al momento sono stati sottoposti alla somministrazione solamente i sanitari, con priorità a coloro che lavorano a stretto contatto con pazienti Covid. Il vaccino è stato fornito anche agli ospiti delle Rsa, i soggetti più fragili quindi. 

Secondo le stime ipotizzate dalla Regione, entro la metà di febbraio dovrebbe iniziare la vaccinazione di massa (o di gregge come la definiscono gli esperti).
Si parte con gli over 80
per poi passare agli operatori delle forze dell'ordine, agli insegnanti e avanti fino a coinvolgere tutta la popolazione.

Per questo gli appelli dei sindaci sui social si fanno sempre più insistenti. I primi cittadini continuano ad invitare, praticamente a perdifiato, alla prudenza. A rispettare le regole fondamentali della prevenzione: distanziamento e uso della mascherina. 
Ovviamente c'è molta più possibilità di socializzazione con negozi tutti aperti, libertà di spostamento perlomeno all'interno della regione, ristoranti con il servizio al tavolo a pranzo. Ma questo non significa, come si suol dire, "tana libera tutti".

Il virus è ancora in giro e corre veloce. E' una questione di fatto. E le scene della movida che abbiamo documentato anche lo scorso weekend non aiutano certo a contenere la diffusione del Covid. Stiamo rischiando molto e un pizzico in più di responsabilità potrebbe bastare a salvare vite, economia e relazioni.

Claudia Martini
© Riproduzione riservata


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