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Politica domenica 17 luglio 2022 ore 15:00

Ghinelli firma la lettera per far restare Draghi

Il sindaco Alessandro Ghinelli
Il sindaco Alessandro Ghinelli

Il sindaco aretino è fra i mille primi cittadini che hanno sottoscritto la lettera aperta rivolta al premier dimissionario. Fratelli d'Italia: "Inaccettabile"



AREZZO — In attesa di mercoledì 20 Luglio, data fatidica in cui il premier dimissionario Mario Draghi riferirà al Parlamento in merito alla crisi di governo provocata dai 5 Stelle, sono diventati circa un migliaio i sindaci che hanno sottoscritto una lettera aperta a Draghi per dichiarargli il loro sostegno al di là delle maggioranze che li sostengono. Fra loro, ad esempio, ci sono il sindaco di Firenze Dario Nardella e quello di Bari Antonio Decaro, sostenuti dal centrosinistra, e quelli di Arezzo Alessandro Ghinelli e di Genova Marco Bucci, alla guida di amministrazioni di centrodestra.

"Noi sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzoone dei problemi dei cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spegare al Parlamento le buone ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo" si legge nella lettera aperta.

La presa di posizione di Ghinelli però non è piaciuta agli esponenti di Fratelli d'Italia che, fin dal primo giorno della crisi, invocano le elezioni anticipate. Secondo il coordinamento provinciale aretino del partito di Giorgia Meloni, la scelta di Ghinelli "non è accettabile".

"Da sempre crediamo che l'Italia abbia bisogno di un governo con un chiaro mandato popolare e coeso, con un programma condiviso dalle forze politiche che lo sostengono per risolvere i problemi concreti dei cittadini - si legge in una nota di FdI - E' l'esatto contrario di quello che abbiamo visto in questa legislatura e la crisi del governo presideduto da Mario Draghi ne rappresenta solo il triste epilogo. Non intendiamo avallare nessun appello affinchè resti a Palazzo Chigi. Non condividiamo questa iniziativa: un sindaco rappresenta anche i cittadini che vogliono andare a votare e non può permettersi di utilizzare le istituzioni che rappresenta per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, nè tanto meno promuovere".

Draghi ha rassegnato le dimissioni dopo che il gruppo in Senato dei 5 Stelle non ha votato l'ultimo decreto Aiuti perchè il Movimento pentastellato è contrario al progetto del nuovo termovalorizzatore di Roma.


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