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Attualità domenica 02 gennaio 2022 ore 14:30

Il rave di Capodanno porta Arezzo in prima pagina

Foto dal profilo social di Marco Donati

Tutti i telegiornali nazionali mostrano le immagini del "concerto abusivo" a Poti. Identificato in 300



AREZZO — Eravamo abituati a vedere Arezzo come una cartolina, dove veniva messa in risalto la bellezza, la cultura e l'arte della città. 

Questa era l'immagine che abbiamo visto nelle riviste e negli approfondimenti dei Telegiornali che, abbinati agli aventi creati ad hoc, hanno contribuito a rendere la città una vera e propria meta turistica italiana.

Adesso il 2022 si apre con Arezzo di nuovo in copertina. Stavolta, però, tutti i telegiornali e quotidiani d'Italia parlano della città documentando un rave party organizzato a Poti e che ha visto la presenza di oltre 500 ragazzi. Fatto questo che poco appartiene alla cultura e mentalità aretina ma che ha portato tanto clamore mediatico, soprattutto in un momento dove per l'emergenza sanitaria tutte le Amministrazioni d'Italia hanno annullato e vietato ogni forma di assembramento.

Le Forze dell'ordine, coordinate dal Questore di Arezzo sotto la supervisione del Prefetto, sono immediatamente intervenute bloccando ulteriori accessi di "festaioli" e sgombrando l'area senza troppi problemi. Sono circa 300 i giovani identificati che si sono dati appuntamento a Poti utilizzando chat create apposta per l'evento del tutto illegale.

La politica cittadina ha subito alzato la voce. Il vicesindaco Tanti ha puntato il dito sulla mancanza di responsabilità di alcuni giovani che, in un momento così delicato per la salute publica, sfidano tutto e tutti. Il consigliere comunale Marco Donati, oltre a censurare l'accaduto, rispolvera il problema della necessità di interventi di bonifica dell'area. Sì, perché il rave party di Capodanno è stato organizzato all'ex impianto di imbottigliamento della Fontemura. Un capannone che cade a pezzi, fatiscente, dismesso da molti anni a causa del fallimento della società e che risulta nocivo per l'ambiente ed estremamente pericoloso per l'incolumità delle persone che, abusivamente, vi accedono.

"Se la curatela fallimentare non riesce, o non può permettersi di bonificare l’area, le istituzioni hanno l’obbligo di intervenire per tutelare l’interesse della collettività. Occorre che il Comune di Arezzo, sempre che non lo stia già facendo, individui le risorse, in collaborazione con la Regione o con il Ministero dell’Ambiente per l’intervento di ripristino. Poti è un luogo splendido e rappresenta una risorsa per gli amanti della natura e dello sport. Purtroppo, e non solo nell’area ex Fontemura, è diventato un luogo nel quale vengono scaricati rifiuti di ogni genere. È il momento di dire basta!" - conclude Marco Donati.


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