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Politica giovedì 28 marzo 2024 ore 19:30

Antenna via SIcilia, interrogazione in consiglio

Dopo i riconoscimenti dell’assessore Scapecchi per la promozione in serie A2 di due società sportive aretine. Le interrogazioni in Consiglio Comunale



AREZZO — Dopo i riconoscimenti dell’assessore Federico Scapecchi per la promozione in serie A2 di due società sportive aretine, che nelle rispettive discipline hanno proiettato la città in ambito nazionale, il Circolo schermistico aretino per il fioretto femminile e la Ginnastica Falciai per la ginnastica ritmica, le prime tre interrogazioni sono state presentate dai consiglieri comunali Donato Caporali, Michele Menchetti e Francesco Romizi sull’antenna di via Sicilia: sono state manifestate le responsabilità dell’amministrazione comunale, sottolineati i rischi derivanti dall’inquinamento elettromagnetico e chiesti chiarimenti sul futuro dell’infrastruttura dopo le ultime dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Francesca Lucherini che hanno prefigurato la prosecuzione dei lavori d’installazione.

L’assessore Francesca Lucherini e il vicesindaco Lucia Tanti hanno dichiarato che “la risposta a queste ultime interrogazioni verrà fornita per iscritto a breve termine. Sarà elaborata congiuntamente dall’assessore Lucherini, dall’assessore Simone Chierici, che ha la delega per il Suap, l’ufficio deputato a questo genere di pratiche, e il sindaco oggi assente per motivi istituzionali. Tuttavia un chiarimento intendiamo darlo: abbiamo inviato una lettera scritta alla società, fondata su un principio di precauzione, con oggetto la richiesta di sospendere i lavori e riprendere così il ragionamento tra amministrazione, comitato e società stessa”.

Due le interrogazioni, la prima illustrata da Alessandro Caneschi e la seconda da Marco Donati, sulla zona di espansione urbanistica individuata alla Catona e pari a 25 ettari che passeranno da agricoli a edificabili, ospitando in futuro 650 alloggi, in virtù delle previsioni del piano operativo del 2021. “Oltre al fatto che le strade della zona come via Tarlati e via Buonconte da Montefeltro difficilmente riusciranno ad assorbire i volumi ulteriori di traffico che si creeranno, sono previsti nel piano triennale delle opere pubbliche o a carico dei lottizzatori interventi finalizzati a ridurre il rischio idraulico nella zona in oggetto? La classificazione dell’area a ‘rischio idraulico molto elevato’ può portare nel frattempo a una riduzione dell’Imu per i proprietari dei terreni? È a conoscenza l’amministrazione comunale di un progetto donato gratuitamente da un professionista alcuni anni fa che contemplava la regimazione delle acque meteoriche attraverso un canale di deflusso”?

L’assessore Francesca Lucherini ha ribadito che “la lottizzazione della Catona è stata inserita nel piano operativo a seguito dell’approvazione del Genio Civile della Regione Toscana” mentre l’assessore Marco Sacchetti ha ricordato che “dopo il 2015 è stato realizzato un intervento da parte di Nuove Acque su viale Santa Margherita per mitigare il rischio idraulico nella zona e che l’amministrazione comunale sta elaborando un progetto che tiene conto di quello fornito dal tecnico citato da Marco Donati”. Risposta scritta per le altre domande su Imu e piano delle opere pubbliche.

Giovanni Donati ha chiesto chiarimenti su come il Comune intenda procedere nei casi in cui è stata già effettuata o prevista per il futuro da parte del Genio Civile, per ragioni legate al rischio idraulico, la demolizione di molti ponti sopra i torrenti che scorrono nel territorio e che funzionano anche come attraversamento di strade comunali o vicinali. “Ci sono cittadini che rischiano di venire penalizzati nei loro spostamenti per cui riteniamo necessario che venga chiesto un incontro al Genio Civile per un aggiornamento del programma di demolizione, che venga dato incarico per un nuovo studio idraulico sui torrenti individuati e che siano interrotte le opere di demolizione fino a che non saranno disponibili le sue conclusioni”.

Su un ponte specifico, la passerella a Rigutino, Andrea Gallorini ha chiesto se l’amministrazione comunale si sia “attivata per risolvere il problema generatosi per gli abitanti della frazione a seguito della demolizione del passaggio, che insisteva su proprietà privata ma che era utilizzato dalla popolazione per gli spostamenti, che collegava via della Stazione e la zona di Nocetella. Necessita rispristinare le condizioni di sicurezza alla mobilità interna al paese, venuta a mancare visto che adesso occorre attraversare in più punti la strada regionale 71, nota per il suo intenso traffico veicolare, l’alta pericolosità e i frequenti incidenti”.

L’assessore Alessandro Casi: “in effetti è in corso un procedimento importante per il territorio che riguarda 50 ponti di cui un numero limitato sono di proprietà comunale. Stiamo cercando di portare avanti un lavoro condiviso con il Genio Civile. Credo che occorra partire dalla constatazione degli interventi fatti dalla Regione Toscana per mitigare il rischio idraulico e capire se a seguito di questi bisogna procedere con le demolizioni. Attualmente ne abbiamo due programmate, la passerella di Rigutino e una sulla strada vicinale di Ca de Frati. Incontro continuamente i cittadini per capire le loro esigenze e certamente abbiamo la volontà di individuare percorsi alternativi che mitighino i disagi. Per la nuova passerella a Rigutino siamo in una fase progettuale e nonostante sia su una proprietà privata non ci siamo tirati indietro”.

Michele Menchetti ha chiesto chiarimenti sull’avviso di selezione per curriculum e colloquio per l’assunzione a tempo determinato del direttore della Fondazione Arezzo Intour, di cui è presidente l’assessore Simone Chierici. “Dal 2018, il ruolo di direttore è stato ricoperto da un funzionario comunale distaccato presso la fondazione, con una retribuzione annua di 50.000 euro. Adesso il trattamento economico di questa figura sale a 90.000. Questo incremento nell’attuale momento storico è opportuno? Se poi da un lato intendo conoscere in quali forme l’avviso di selezione sia stato reso pubblico, rilevo che i tempi della pubblicazione sono stati comunque molto brevi, dal 20 dicembre, a ridosso delle festività, quando prevalgono le distrazioni natalizie, al 4 gennaio: solo quindici giorni per una professionalità così elevata. Quante domande sono giunte nei termini e quali criteri sono stati seguiti per la scelta dei due candidati che hanno svolto i colloqui lo scorso 15 febbraio? Come è stata selezionata la commissione? L’attuale direttore ha partecipato? Qual è stato l’esito dei suddetti colloqui? È già stato nominato il direttore”?

L’assessore Simone Chierici: “le ragioni della scelta, intanto, sono in linea con quanto previsto dal regolamento di organizzazione della fondazione, pubblicato nel sito ufficiale dove ottemperiamo a ogni obbligo di trasparenza. La fondazione è cresciuta, nel 2018 aveva 3 dipendenti e adesso ne ha 20 ed è evidente che le funzioni del direttore devono essere svolte da una figura dirigenziale. Il cui costo non grava sul bilancio del Comune ma è a totale carico della fondazione che si avvale di introiti propri, in costante crescita di anno in anno. A dimostrazione ulteriore di come essa sia diventata una risorsa per la città e come occorra dunque potenziarla. Non ci è stato possibile anticipare temporalmente l’avviso ma abbiamo agito nel totale rispetto delle norme che disciplinano la pubblicazione di atti di questo genere e una candidatura è arrivata da fuori Comune. Il revisore è stato sempre presente ai cda che hanno approvato l’avviso di selezione. Le domande pervenute alla fondazione sono state due, una di queste dal direttore in carica al momento dell’avviso. La commissione era composta da due dirigenti del Comune di Arezzo e da un membro esterno, aveva il compito di vagliare i curricula e impostare il colloquio. Se il designato fosse stato diverso dall’attuale direttore, quest’ultimo poteva rientrare nella pianta organica del Comune od ottenere un nuovo ruolo in fondazione. Concludo con un’annotazione: le continue ingerenze a mezzo stampa dell’interrogante potevano condizionare la procedura pubblica e il suo regolare svolgimento, credo che un accesso agli atti poteva essere una procedura più corretta, scevra peraltro da certe insinuazioni potenzialmente lesive dell’onorabilità della fondazione. Sottoporrò la questione al cda per valutare eventuali azioni”.

Nuova interrogazione sull’ex mercato ortofrutticolo: i quesiti posti da Alessandro Caneschi sono quelli relativi alla data di inizio dei lavori, alla loro durata, all’importo complessivo della spesa e alle modalità del suo finanziamento.

L’assessore Alessandro Casi: “sono due gli interventi previsti, il primo riguarda il cosiddetto orto creativo per una spesa di 5.400.000 euro co-finanziati dalla Regione per una quota pari a 1.900.000. È in corso di approvazione un nuovo progetto esecutivo che si è reso necessario per sostituire la manutenzione straordinaria inizialmente prevista con l’adeguamento sismico degli immobili. Il secondo, pari a 2.200.000 euro finanziati dal Pnrr, prevede la sistemazione della viabilità, la demolizione dei vecchi magazzini e delle celle frigorifere, la realizzazione di un nuovo parcheggio. Interventi per i quali è stato approvato il progetto esecutivo. Tra fine aprile e inizio maggio ci sarà la consegna di questi lavori che partiranno con le suddette demolizioni”.

Francesco Romizi ha chiesto chiarimenti sul ventilato project financing che un soggetto privato ha proposto a sindaco e vicesindaco per ristrutturare l’ospedale cittadino. “È proprio questa la forma contrattuale oppure si tratta di un leasing in costruendo o di un diverso strumento finanziario sempre nella disponibilità di un ente pubblico? Che tipo di progetto di ristrutturazione è stato prospettato? Perché il Comune di Arezzo, non da solo ovviamente, non si attiva presso il governo per impedire che quest’ultimo continui a cancellare le risorse per la sanità e per la ristrutturazione degli ospedali? Sottolineo come la Corte dei Conti del Veneto ha espresso perplessità su procedure di questo genere”.

Il vicesindaco Lucia Tanti: “parliamo innanzitutto di un project. Sostanzialmente il privato in questione sposa il progetto che venne presentato nel novembre 2022, all’edizione aretina degli Stati generali della sanità. Un progetto che contempla adeguamenti statici, sismici, tecnici, l’efficientamento energetico, una rinnovata copertura con un cappotto termico, l’intero rifacimento delle sezioni 1, 2, 3. In quella sede, peraltro, fu il presidente Giani a dire che Arezzo si meritava un ospedale rinnovato in questi termini: la spesa totale si sarebbe aggirata intorno ai 149 milioni di euro. Se mai mettessimo in piedi il project, il privato ha prefigurato un contributo di 63 milioni. Restando a quel novembre 2022, la presentazione del progetto fu considerata in maniera trasversale una sorta di ‘diritto’ di Arezzo visto che la Regione aveva proceduto alla ristrutturazione di strutture analoghe al San Donato lasciando quest’ultimo indietro. Dunque, politicamente, ritengo che la città merita i 149 milioni di cui stiamo parlando e una ristrutturazione potente del San Donato. E per raggiungere l’obiettivo ci sono due strade: un finanziamento ordinario o un partenariato pubblico-privato. Faccio notare che dopo il 2022 e la dichiarazione d’intenti del presidente della Regione è seguito un silenzio assoluto, così quando è giunta una proposta concettualmente valida, nove giorni prima dei nuovi Stati generali della sanità che avevamo programmato proprio per pungolare sul rinnovamento del San Donato, non potevamo non prenderla in considerazione. Personalmente ho una preferenza per il finanziamento ordinario ma se non si concretizza pretendo che Arezzo non resti con il cerino in mano con il San Donato tagliato fuori da interventi strutturali”.


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