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Attualità giovedì 12 febbraio 2015 ore 11:45

Generazioni aretine connesse

​Comune di Arezzo, Asl 8 e scuola insieme per affrontare problemi e disagi connesse alla diffusione delle nuove tecnologie



AREZZO — Il progetto Generazioni connesse è stato presentato a palazzo comunale della Dirigente Scolastica dell’istituto comprensivo IV Novembre, Rosella Pozzuoli; dal Direttore del Sert, Marco Becattini e dall’assessore comunale Barbara Bennati.

Destinatari dell’intervento sono gli studenti delle terze medie, insegnanti e genitori. Gli obiettivi? Sensibilizzare ragazzi, genitori ed insegnanti ad un uso consapevole delle nuove tecnologie; sviluppare le abilità di vita attraverso un percorso di formazione e sensibilizzazione sui temi legati all’utilizzo delle nuove tecnologie; prevenire gli usi scorretti e gli abusi e infine educare insieme, le nuove generazioni digitali ed i loro genitori nel divenire “cittadini responsabili”.

I temi: cyber bullismo, sexting, grooming, privacy, pedopornografia, siti pro-anoressia e bulimia, dipendenza dal gioco d’azzardo on-line, videogiochi.

Il lavoro prevede incontri con i destinatari del progetto (alunni, genitori, insegnanti) con modalità interattive e partecipative in piccoli gruppi.

L’obiettivo è quello di affrontare la prevenzione dei malesseri e dei disagi che si manifestano nel periodo dell’adolescenza e che hanno a che fare con elementi della quotidianità e molto più raramente con eventi eclatanti.

L’obiettivo non è solo quello di informare, di fornire o suggerire soluzioni e stili di vita corretti, ma è piuttosto quello di essere motore per un cambiamento che veda ogni persona protagonista della propria esistenza, stimolata nelle proprie capacità di apprendere la ricerca attiva del benessere, di utilizzare strumenti in grado di risolvere i propri problemi e di cercare il miglior equilibrio possibile per se stessa nel contesto in cui vive.

“Negli ultimi anni –ricordano gli estensori del progetto - stiamo assistendo, con la massiccia diffusione delle tecnologie digitali, a profondi cambiamenti che, se da una parte, permettono l’accesso ad universi di conoscenza e di esperienza affascinanti, dall’altra hanno già modificato, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, il registro delle possibilità mentali e sensoriali e le modalità di sentire il rapporto con sé stessi e con gli altri. La relazione interpersonale faccia-a-faccia sembra lasciare il passo a forme di tecnomediazione della stessa, che gli adolescenti sembrano gradire di più in molte forme di rapporto (l’amicizia, l’amore, l’apprendimento, l’informazione). Proprie perché cariche di fascino, queste possibilità devono indurci a creare occasioni di confronto sia con i ragazzi che con gli adulti per aiutare i primi, a riflettere criticamente circa gli effetti delle nuove tecnologie sulla vita psichica e relazionale e gli altri perché, i cosidettti nativi digitali, ben più competenti dei loro genitori ed insegnanti nel costruire comunità tecnoreferenziate di coetanei dotate di tecnologie e saperi propri, sembrano non avere più bisogno di adulti e pongono in realtà una nuova emergenza educativa”.


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