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Attualità sabato 09 aprile 2016 ore 14:45

Bambini in fuga dalla guerra

E’ stata approvata ieri in Senato la mozione presentata dalla senatrice aretina per la salvaguardia dei minori in fuga dai territori in guerra



AREZZO — Una piccola speranza si accende per i piccoli profughi siriani, è stata approvata dal Senato la mozione presentata dalla senatrice Donella Mattesini. "L' accresciuta complessità delle emergenze legate alla guerra siriana fa del conflitto in Siria una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, con almeno 5,6 milioni bambini e adolescenti coinvolti. Chiediamo al Governo di impegnarsi per la costituzione di un corridoio umanitario per la salvaguardia dei minori in fuga dai territori in guerra". Lo chiede al governo la senatrice Donella Mattesini, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, in una mozione presentata al Senato e sottoscritta da molti colleghi del gruppo Pd e approvata dal Senato. "Al dramma dei bambini colpiti dalla crisi all'interno della Siria e dei bambini siriani rifugiati nei paesi limitrofi – prosegue Mattesini nel documento – si aggiunge quello dei bambini iracheni vittime del conflitto in Iraq, circa 4 milioni, di cui 1,1 milioni nelle aree controllate da gruppi armati ed in condizioni di grave vulnerabilità. Chiediamo quindi al governo una forte azione strategica, sia in sede europea che internazionale, anche per il tramite delle organizzazioni internazionali, per predisporre corridoi umanitari che consentano di mettere in salvo la popolazione civile, in particolare i minori, nei territori interessati dal califfato islamico dell'Isis e nelle aree sotto il controllo dei miliziani jihadisti di Boko Haram. Inoltre chiediamo di sostenere tutte le iniziative internazionali volte a garantire aiuto e protezione ai minori vittime di violenza e di valutare l'incentivazione, per il tramite delle autorità preposte, del ricorso all'affido familiare, strumento attraverso il quale il nostro Paese potrebbe garantire oltre che rifugio ai minori non accompagnati in fuga dagli orrori del conflitto, anche la rottura di vincoli con ambienti jihadisti, nonché con le forme di reclutamento ad essi connesse", conclude Mattesini.


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