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Attualità lunedì 02 dicembre 2024 ore 13:06

Arezzo Città del Natale: arriva “Giotto in 3D”

​Il 5 dicembre nella Basilica di San Francesco saranno esposte le riproduzioni tridimensionali delle scene con l'“Annunciazione” e la “Natività”



AREZZO — Le meravigliose scene con l'“Annunciazione” e la “Natività” dipinte da Giotto nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco in Assisi arrivano adArezzo Città del Natale”che, in questa edizione, celebra il Natale delle Arti.

Dal prossimo 5 dicembre, la Basilica di San Francesco ad Arezzo, ospita “Giotto in 3D”, un affascinante progetto che mediante la riproduzione tridimensionale delle celebri scene giottesche, celebra il genio del maestro toscano unendo tradizione e tecnologia avanzata e offrendo ai visitatori un'ambientazione di alto valore spirituale nella volontà di promuovere un messaggio di pace e inclusione.

Voluto dalla Fondazione Arezzo Intour e realizzato grazie alla disponibilità della Direzione Regionale dei Musei della Toscana e la Curia Diocesana di Arezzo, Giotto in 3D” è reso possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Assisi e il Sacro Convento di Assisi e va a impreziosire il percorso cittadino di “Arezzo Città del Natale” invitando il pubblico a riflettere sulla capacità dell'arte di unire le persone superando barriere culturali e religiose, e ponendo il presepe come simbolo di pace e dialogo.

“Nell’anno in cui Arezzo con Giorgio Vasari celebra il genio poliedrico di uno dei suoi figli più illustri – commenta Simone Chierici, presidente della Fondazione Arezzo Intour – abbiamo voluto realizzare un Natale che avesse come filo conduttore proprio la grande arte. Ecco allora che un progetto come “Giotto in 3D” ci è sembrato perfetto per impreziosire la nostra rassegna. Grazie alle nuove tecnologie, le scene dipinte da uno dei massimi interpreti della pittura mondiale prendono forme tridimensionali, ci regalano un presepe particolare e ci offrono un messaggio di pace e di speranza. Un evento nell’evento per cui dobbiamo ringraziare la disponibilità del Comune di Assisi, del Sacro Convento di Assisi, della Direzione Regionale Musei della Toscana, della Curia Diocesana di Arezzo e l’incessante lavoro del direttore della Fondazione Arezzo Intour, Rodolfo Ademollo”.

“Le statue del presepe di Giotto – sottolinea Fabrizio Leggio, assessore al turismo del Comune di Assisi – hanno animato diverse edizioni del Natale ad Assisi, diffondendo un messaggio di bellezza, pace e speranza attraverso il linguaggio universale dell’arte. Siamo felici di condividerlo con la città di Arezzo, unita alla nostra nel segno di San Francesco”.

“Dalla Basilica di San Francesco ad Assisi alla chiesa di San Francesco ad Arezzo – dichiara fra Giulio Cesareo, OFMConv, Direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento -. Il Natale di Francesco dipinto da Giotto è ospitato ad Arezzo, nella chiesa dove troneggia il celebre crocifisso del Maestro di San Francesco e dove si trovano i meravigliosi affreschi di Piero della Francesca. Vediamo tante connessioni tra arte, bellezza, fede, nel nome di san Francesco e del Natale, chiamata da lui “festa delle feste”. Possa essere così questa iniziativa un’eco al messaggio di pace, di condivisione e di fraternità che nasce dal presepe di Gesù e che san Francesco ha promosso”.

“Più passa il tempo e più ci accorgiamo che Natale ci serve – sottolinea padre Cesareo Bartolucci della Basilica di San Francesco di Arezzo -. Ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di una festa che ci faccia ricordare ciò per cui siamo fatti e ciò per cui viviamo. In un tempo in cui scarseggiano i valori ‘elementari’ dell’esistenza come l’amore, l’amicizia, la bellezza, Natale ci ricorda che questo e molto altro ancora ci è donato, o meglio, riconsegnato, nel segno gentile e prepotente del presepe, dove l’amore si rende visibile, la bellezza si accende, la speranza è rinvigorita e l’amicizia (pace) diventa possibilità necessaria. Quest’anno la nostra basilica di san Francesco, scrigno di bellezza e spiritualità, si aprirà nell’accogliere il Presepe di Assisi. Un segno che vuole raccontare ancora oggi una delle storie d’amore più belle. Quella di un Dio che per incontrare l’uomo sua creatura “non disdegno di farsi sua fattura”. E per dire ancora che tutto è possibile. Soprattutto la speranza”.


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