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Attualità lunedì 23 gennaio 2023 ore 18:50

Bimbi prematuri, psicologa in corsia a fianco dei genitori

Al San Donato attivato un supporto ai babbi e le mamme che affrontano momenti difficili. Già venti le famiglie aiutate



AREZZO — Paura di perdere il figlio appena dato alla luce. Si tratta di uno dei sentimenti più diffusi fra le madri che partoriscono un neonato prematuro o che durante il parto si trovano sul proprio cammino una difficoltà inattesa. Un sentimento che accomuna entrambi i genitori.

Ad aiutarli, dallo scorso settembre, al San Donato di Arezzo, c'è una psicologa. Si chiama Chiara Castracani, specialista in psicoterapia familiare. È lei la vincitrice della borsa di studio che Calcit Arezzo e Comitato Aretino Neonatologia Aps hanno messo a disposizione del reparto di Terapia intensiva neonatale diretto dalla dottoressa Letizia Magi. "La precedente esperienza di una borsa di studio sul covid – dice Magi - ci ha permesso di toccare con mano come sia importante la presenza dello psicologo in un ricovero e in terapia intensiva neonatale rappresenta un supporto per i medici ed è parte integrante dell'attività clinica". Da settembre ad oggi sono una ventina le famiglie che si sono rivolte a lei per avere un supporto psicologico. Un servizio disponibile in reparto due volte la settimana, per quattro ore al giorno.

"La paura c'è quando nel parto insorgono criticità – spiega direttamente Chiara Castracani -. La madre vive uno shock quando il bambino viene portato via dai medici per accertamenti e non le viene lasciato, come solitamente avviene subito dopo il parto". 

"C'è l'aspettativa delusa – prosegue -. Aspettative nate durante la gravidanza e che un parto prematuro, o le complicanze durante il parto, vedono spegnersi per lasciare il posto ad imprevisto e imprevedibilità. Il tema più ricorrente nelle parole delle madri è quello di un'esperienza diversa da come l'avevano immaginata e questo provoca un senso di smarrimento e preoccupazione. Per i padri il sentimento prevalente è legato al senso di impotenza, mentre la loro presenza è di fondamentale supporto sia per la madre che per i familiari".

L'intervento dello psicologo è importante per aiutare i genitori a prendere consapevolezza della situazione e portarli ad elaborare una situazione per loro negativa. "Io mi avvicino in punta di piedi ai genitori accanto alle incubatrici - spiega Castracani – e, solo quando loro sono disponibili ad affrontare la situazione, è possibile ripercorrere insieme le paure appena vissute. Non sempre i genitori se la sentono di rivolgersi allo psicologo per parlare. Spesso riescono a parlare di quanto stanno vivendo soltanto verso la fine del ricovero".

Sono genitori che combattono con la paura. Anche il suono dei diversi macchinari li spaventa, poi cominciano ad impararne il significato e a distinguerlo. "Alla fine diventano esperti e non si allarmano più - dice Castracani -. Nei ricoveri più lunghi del neonato può insorgere la paura del dopo, di non sapere affrontare la situazione una volta a casa. Da febbraio – conclude - faremo partire anche i gruppi di auto-aiuto formati da genitori che hanno un figlio in terapia intensiva neonatale"


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