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Attualità lunedì 08 giugno 2015 ore 12:02

Il cibo di strada come risposta alla crisi

La prima associazione italiana prosegue con la sua mission puntando su cultura e storia aiutando le piccole amministrazioni a rilanciare l’economia



AREZZO — L'associazione Streetfood nata ad Arezzo nel 2004, nel suo peregrinare in giro per l'Italia con un format esclusivo e originale di evento itinerante, lo Streetfood village tour, ogni anno dal 2010 ha visto aumentare le sue tappe, ma tiene sempre a mente i luoghi e le condizioni da cui è partita, portando per prima in Italia una novità assoluta che nella curiosità generale ha fatto conoscere prodotti di qualità a costi sempre e comunque accessibili. 

"Abbiamo creduto fermamente nel grande patrimonio del cibo di strada italiano - dichiara il presidente dell'Associazione aretina Streetfood, Massimiliano Ricciarini - come tradizione culturale e connesso alla storia e ai vari territori italiani. Oggi purtroppo è divenuto fenomeno modaiolo sui generis e per questo abbiamo cercato di fare sistema fin da principio con realtà già esistenti o nuove realtà imprenditoriali che hanno visto nel format Streetfood solo una macchina da soldi e la tendenza a creare mondi paralleli hanno avuto il sopravvento come un bimbardamento a catena originando confusione nell'immaginario collettivo".

I piccoli borghi e il cibo di strada - "Partendo da Marciano della Chiana nel 2010 - ricorda Ricciarini - un piccolo centro toscano di 3.500 abitanti, il successo e l'affluenza record sopra le 15 mila presenze hanno richiamato l'attenzione di altre città italiane e ad oggi c'è stato un crescente coinvolgimento e il consolidamento del tour".

Il segreto di questo successo è dovuto anche grazie a una proposta di qualità e varietà costante di cibi di strada. "Non ci mancano successi in piccoli e grandi centri – prosegue il presidente - ma sono proprio quelli piccoli quelli con i quali intendiamo continuare la collaborazione. Se pure con numeri di affluenza minori ci interessa fare il bene di micro-imprese che ci seguono nel tour, promozione di nuovi cibi poveri o "di strada" reperiti in loco in tutto lo Stivale ma anche contrastare la crisi sostenendo, per quanto in nostro potere, i fondi sempre più esigui di pubbliche amministrazioni, insufficienti a mantenere vive tradizioni e momenti di intrattenimento".


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