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Sport domenica 15 novembre 2020 ore 09:45

La Boxe Nicchi in zona rossa ai tempi del Covid

Adriano e Aldo Nicchi in palestra

Palestra chiusa per gli amatori e per la maggior parte dei tesserati. Allenamenti solo per i professionisti e gli atleti di rilevanza nazionale



AREZZO —  Arezzo è entrata ufficialmente in 'zona rossa' poche ore fa. Non cambia moltissimo per il mondo dello sport, perché le regole erano già molto stringenti anche con le regolamentazioni della zona arancione. Ancora di più per uno sport di contatto come la boxe. Abbiamo incontrato Aldo e Adriano Nicchi, all'interno della storica palestra di via Leone Leoni, dove i successi dei due fratelli sono nati. E dove ora si allenano regolarmente alcuni atleti di rilevanza nazionale, gli unici a poter proseguire a pieno ritmo l'attività, anche se esistono delle limitazioni anche per loro.

La palestra è gestita direttamente da tutta la famiglia Nicchi, che vive di e per questo sport, antico come le olimpiadi. La presidente della società sportiva è Angioletta Galletti, moglie di Santi Nicchi e madre di Aldo e Adriano. I tesserati e gli iscritti che frequentano la palestra sono tantissimi, in tempi normali. Adesso invece, il silenzio regna nei locali che sono normalmente affollati di persone impegnate al sacco, sul ring, sulle cyclette e sui tapis roulant. "Mette tanta tristezza vedere questo vuoto intorno a noi, sentire questo silenzio – parla Aldo Nicchi, responsabile dei tecnici della Toscana, che vive in palestra tutti i giorni e ne conosce odori e suoni - Ci manca tantissimo il calore dei nostri ragazzi, l'affetto e la vicinanza che forse, nel nostro sport, da fuori non si percepiscono".

Aldo e Adriano sul ring, prima di un incontro

Già all'inizio della pandemia, con le prime limitazioni alle attività sportive, il numero dei frequentatori ha iniziato a calare. "Purtroppo il nostro è uno sport di contatto ravvicinato e importante, ed abbiamo dovuto smettere fino da subito l'attività che più interessa ai nostri iscritti, il lavoro fra quelle quattro corde - ci ha detto Aldo lanciando uno sguardo al ring da allenamento vuoto e silente - senza poter incrociare i guanti, senza potersi misurare con un avversario, sono stati già in tanti a perdere entusiasmo per l'attività in palestra".

Anche per i pochissimi atleti che possono ancora praticare, professionisti e dilettanti di interesse nazionale, è impossibile portare avanti quel genere di allenamento. Il classico confronto con uno sparring partner non è praticabile, se non fra quei pochissimi che sono autorizzati ad allenarsi. "Il problema principale è che non è possibile fare 'i guanti' davvero quando si è di categorie completamente diverse - spiega Adriano Nicchi, ex campione italiano e superwelter professionista ancora in attività - le differenze di peso e stazza fra i pochi che ancora si allenano sono importanti, come anche la tecnica e il modo di boxare, che cambiano molto da un dilettante a un professionista". Ed è basilare salire sul ring, fra le 4 corde, per completare l'allenamento, come anche confrontarsi sempre con nuovi atleti. Boxare sempre 'a vuoto' o contro gli stessi pugili non giova, perché gli atleti iniziano a conoscersi a memoria e a muoversi quasi in automatico, cosa che non potranno poi fare nei veri incontri.

I due fratelli con il padre, durante una pausa

Ma non esistono alternative, perché non possono esistere deroghe alle regole stringenti, meno che meno in questa fase in cui tutte le restrizioni aumentano. Arezzo e tutta la Toscana sono passati in zona rossa, quella di rischio più alto e quindi con più limitazioni. "Sarà importante vedere chi resisterà meglio e chi uscirà meglio da questa situazione", ha detto Adriano durante l'intervista. Si riferiva alle difficoltà di allenamento e alla preparazione diversa dal solito con cui gli atleti andranno ad affrontare le gare che ancora vengono disputate, ma il discorso varrà comunque per tutte le attività sportive, le palestre, le società. Nel caso della Boxe Nicchi ancora di più, visto che l'intera famiglia vive e lavora nel mondo della boxe da decenni. Sono queste le vere difficoltà che dovranno essere superate, per poter continuare a sfornare ed allenare pugili e futuri campioni, come Brito e Caruso, che sono costantemente nel giro della nazionale e combatteranno alla fine del mese per gli assoluti regionali.

Giulio Cirinei
© Riproduzione riservata


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