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Attualità sabato 25 aprile 2020 ore 11:01

Festa della Liberazione tra ricordo e speranze

Celebrazioni in forma ristretta alla sola presenza delle massime autorità cittadine. Messaggi di unità contro il nemico Covid



AREZZO — Cerimonia solenne, resa ancor più intensa dalla mancanza della gente. Stamani, davanti al monumento dei caduti, alla Palazzo del Governo, è stata festeggiata la Liberazione.

Alla presenza di Prefetto, presidente della Provincia, sindaco, rappresentante dell’Anpi, il vescovo di Arezzo, monsignor Riccardo Fontana, ha pronunciato una preghiera al temine della quale ha impartito una benedizione.

Ora più che mai la festa della Liberazione rappresenta un messaggio importante e di speranza. Se settantacinque anni fa uomini e donne combatterono sacrificando anche la loro vita per liberare la Patria dagli oppressori, oggi il filo conduttore di questa ricorrenza è l’unità nella lotta contro il Coronavirus.

Il Prefetto ricorda l’importanza, in certi momenti storici come quello che stiamo vivendo, di coesione per uscire da una situazione critica. Il rammarico di non poter condividere con la cittadinanza un momento così solenne è mitigato dalla consapevolezza che i sacrifici a cui è chiamata la popolazione serviranno a superare l’emergenza sanitaria. 

Anche Silvia Chiassai, presidente della Provincia, pone l’accento sull’importanza del rispetto delle regole che rappresentano lo strumento fondamentale per vincere la “guerra” contro il virus.

Il sindaco Ghinelli ricorda come sia importante tramandare il ricordo del 25 Aprile soprattutto alle nuove generazioni, esaltando quei valori che 75 anni fa hanno animato i giovani del tempo e che oggi devono spronare i ragazzi a risalire la china.

Toccanti le parole della rappresentante dell’Anpi, Alba Biagiandi, che ha ribadito l’importanza di compattarsi e di unire le forze verso un unico obiettivo, evitando le polemiche e gli scontri dialettici e politici che, in questo momento, devono lasciare spazio al bene comune. 

Anche monsignor Fontana ricorda il sacrifico di molte vite che si opposero al regime totalitario ed in particolare i 27 preti che, nella provincia aretina, furono uccisi dai nazisti perché chiedevano la libertà per il popolo. Riallacciandosi alla situazione attuale, inoltre, il vescovo sollecita i cittadini ad affrontare e superare questa emergenza sanitaria riscoprendo i valori della famiglia, della casa, della umanità che unisce e non divide.


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