Attualità sabato 19 dicembre 2020 ore 20:53
Giallo, rosso e mai verde, il semaforo di Natale
Varate le regole e c'è già chi pensa ad eluderle. Centro cittadino affollato e grandi manovre per il pranzo del 25 dicembre
AREZZO — Per fortuna mancano ancora pochi giorni e poi questo Annus Horribilis verrà finalmente archiviato. Il 2020 sarà ricordato a lungo, finirà sui libri di storia e tutti sappiamo il perché.
Conte dopo 10 gironi di tira e molla ha varato il Decreto di Natale. Italia in zona rossa dalla Vigilia alla Befana con 4 giorni di libertà "vigilata" ma soprattutto maggiori risorse da destinare, fin da subito, alle categorie più penalizzate.
Le conseguenze economiche della pandemia sono pesanti. Questo lo ha capito anche il governo che, dopo i "contentini" di primavera che hanno scontentato tutti, sta finalmente intervenendo in maniera seria e concreta seppur ancora insufficiente.
Ma la gente lo avrà capito?
Senza voler commentare le immagini inquietanti dei telegiornali nazionali ma guardando più in casa nostra, vedere il serpentone di persone lungo il Corso all'ora dello "struscio" non è molto edificante. Così come sentire chi disquisisce su come aggirare i controlli per fare una bella tavolata di persone il giorno di Natale. Il punto è questo. Pare che non sia ancora chiaro che l'unico vero deterrente al contagio è l'intelligenza.
Su questo aspetto siamo categorici. Partendo dal principio che ognuno è padrone della vita propria non è assolutamente più tollerabile il comportamento irresponsabile di qualcuno che danneggia l'esistenza di tutti.
Forse è bene chiarirsi le idee e sottolineare che questa pandemia porta sofferenze e carestia. E nessuno, anche il più abbiente, può permettersi di perdere quel tenore di vita sognato dai nostri nonni, sudato dai nostri genitori e ora messo in discussione dai noi e dai nostri figli.
Se i cittadini devono fare la loro parte anche le Istituzione devono chiarirsi le idee intervenendo con solerzia e criterio. Ci sono voluti 10 mesi per capire che non serve solo "ordinare" le chiusure ma anche supportare economicamente chi ha subito reali danni. Speriamo non ci voglia altrettanto tempo per riorganizzare i trasporti, la scuola, le attività. La mano forte serve per tamponare ma adesso occorre programmare e rilanciare. Il lavoro da tutelare, l'economia da ricostruire e un vaccino che deve essere disponibile per tutti in tempi brevi e certi.
Quindi, adesso basta. Le regole ci sono, giuste o sbagliate che siano non è il momento per criticare o pontificare.
Insomma, ancora 15 giorni di sacrifici per tonare a stare bene tutti e una volta per tutte.
Andrea Duranti
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