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Attualità domenica 12 aprile 2020 ore 18:59
Il Vescovo contesta le restrizioni di Pasqua
Monsignor Riccardo Fontana invita tutte le imprese aretine a non lasciare nessuno senza lavoro e polemizza sulla chiusura delle chiese
AREZZO — Monsignor Riccardo Fontana interviene alla consueta conferenza stampa del sindaco e dopo aver fatto gli auguri di buona Pasqua a tutti gli aretini entra a gamba tesa contro i decreti restrittivi.
"Queste restrizioni sono orribili - incalza il vescovo. Per limitare il contagio abbiamo accettato di perdere il contatto con il popolo e questo è una grande sofferenza.
Chiamo a raccolta il tessuto economico aretino. Alla ripresa delle attività bisogna fare in modo che il lavoro non manchi a nessuno. Non si può pensare di andare avanti con l'elemosina. Bisogna ridare un futuro a tutta la comunità".
Monsignor Fontana ricorda il significato della Pasqua, che rappresenta un passaggio. "Bisogna smetterla con il modo di vivere che abbiamo adottato fino ad ora ma dobbiamo migliorare e guardare avanti. La cultura dell'evasione, dello scappare dalle proprie radici non serve a nulla".
Per Fontana, ora più che mai, bisogna pensare al futuro, senza guardarsi alle spalle ma ripartendo da quei valori, come la famiglia, troppo spesso dimenticati. A tal proposito invita tutto il mondo politico e gli intellettuali aretini a scendere in campo con proposte davvero concrete per riorganizzare la vita dei cittadini.
Poi monsignor Riccardo Fontana, mette da parte la pacatezza e attacca a spada tratta le istituzioni. "Non posso concepire come sia stato possibile togliere alla gente i simboli della Pasqua. E' stata impedita la consegna della frasca d'ulivo, che ha un significato ricco di speranza. Nella Genesi la fine del Diluvio universale è rappresentata da una colomba che deposita un rametto d'ulivo nell'Arca di Noè. Ebbene, non capisco perché sia consentito poter comprare i carciofi al mercato mentre è vietato andare in chiesa per prendere la frasca. Stessa cosa vale per l'uovo che rappresenta la nascita e la vita. La Cattedrale di Arezzo è l'edificio più grande della città ma non si può andare mentre al supermercato o dall'edicolante sì".
Infine il vescovo di Arezzo rivolge un pensiero ai defunti e ai loro cari che non hanno potuto celebrare le funzioni religiose. "Non siamo in Cina dove ci sono i forni crematori accanto agli ospedali. Il rito del funerale ha un valore troppo grande".
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