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Attualità lunedì 16 gennaio 2023 ore 11:50

Caro carburanti, il trasporto turistico aretino trema

Grido d'allarme dalla Confartigianato, Valter Fabbri "siamo rimasti con il cerino in mano, ennesima mannaia"



AREZZO — “Siamo rimasti con il cerino in mano, questa per noi è l'ennesima mannaia che si abbatte su un'attività che, da troppo tempo, sta scontando problemi esterni, indipendenti dalla nostra volontà”. Valter Fabbri, presidente regionale e provinciale di Confartigianato Autobus Operator, lancia un grido di allarme a difesa di un settore che dall'inizio del Covid ad oggi ha dovuto affrontare una problematica dietro l'altra.

“Ad oggi quel turismo che si appoggia sui nostri servizi di trasporto, non ha recuperato i livelli del 2019 registrando un calo di oltre il 40%. E' vero che il turismo in Italia e nella nostra provincia – sottolinea Fabbri – sta vivendo un momento d'oro, ma è frutto di una mobilità interna e di turisti che vengono dall'estero in maniera autonoma - sottolinea. - Inoltre, durante il periodo più intenso della pandemia, abbiamo ricevuto ristori irrisori".

“Oggi a tutto questo si somma il ritorno delle accise sulla benzina e gasolio ai livelli massimi, quel risparmio di circa 20 centesimi al litro, fino alla fine del 2022, per noi era una boccata di ossigeno. Oggi la nostra categoria è rimasta attonita rispetto ad una scelta che non ci tutela che ci ignora” spiega sempre Fabbri.

A risentire del rialzo del costo del carburante sono tutte quelle categorie del trasporto che non usufruiscono di alcun vantaggio sul prezzo del carburante.

“E' necessario essere chiari su questo punto: questa categoria che ricomprende tassisti, Ncc, bus turistici coinvolge centinaia di persone nella nostra provincia che oggi si sentono fortemente rischio. Cosa diversa per gli autotrasportatori e vettori del trasporto pubblico locale che conservano dei vantaggi sulle accise. In questo momento siamo davvero disorientati: da un lato l'aumento del carburante, dall'altro mercati che ancora non siamo riusciti a riprenderci come quello inglese, cinese, giapponese, coreano che per noi valevano grande parte del business. Aggiungiamo che non sta nemmeno nevicando e quindi non si organizzano vacanze in montagna e la ricetta è completa” conclude Fabbri.


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