Politica giovedì 20 maggio 2021 ore 18:28
Multiservizi, Fiera, Cultura le interrogazioni
Tra i quesiti posti anche come l'Amministrazione intende affrontare la questione della sicurezza. Torna in ballo il tema delle Fondazioni
AREZZO — Raffica di interrogazioni in Consiglio comunale.
Si parte con Michele Menchetti dei 5 Stelle che chiede delucidazioni circa la gestione patrimoniale e finanziaria della Multiservizi. Il consigliere, quindi, interroga la Giunta: "per quanto tempo non ha funzionato il forno crematorio e quale sia il relativo danno economico, a quanto ammontano i pagamenti per i servizi esterni, c’è un piano industriale, a quando il regolamento di polizia mortuaria e il piano regolatore cimiteriale? Ed esiste uno studio di fattibilità per incorporare Multiservizi in Atam”?
Pronta la replica dell’assessore Simone Chierici che anticipa come il bilancio ella partecipata chiuderà l'esercizio 2020 in utile. "Per quanto riguarda il piano industriale sono in corso delle verifiche successivamente alle quali sarà redatto in forma articolata. L’ufficio tecnico comunale sta predisponendo versioni aggiornate di piano regolatore cimiteriale e regolamento di polizia mortuaria. Sull’ultimo quesito relativo alla fusione con Atam, ribadisco che l’operazione non è stata valutata come conveniente, in virtù della disomogeneità delle mission aziendali che non garantirebbe economie di scala”.
Il consigliere comunale Marco Donati di Scelgo Arezzo ha chiesto di conoscere la strategia dell’amministrazione comunale per evitare l’incremento delle azioni di vandalismo. “La sicurezza deve essere combinata con politiche per i giovani, politiche sulla videosorveglianza e la creazione di una squadra anti-degrado nell’ambito del corpo dei vigili urbani. Assegnerà il sindaco una delega sulla sicurezza”?
Risponde il sindaco Alessandro Ghinelli: “Non ho conferito la delega sulla sicurezza nel primo mandato e ho confermato questa scelta nel secondo. Esistono fenomeni diversi che vanno dal disagio all’insicurezza. Ricordo le azioni congiunte, coordinate dal prefetto e condotte in passato grazie alla sinergia tra agenti della Polizia Municipale, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. La strategia è continuare in maniera sempre più efficace a garantire il controllo del territorio, con massima attenzione alle aree a ridosso delle scuole come stiamo già facendo alla ex Cadorna, mettendo definitivamente a regime il sistema di videosorveglianza e procedendo alla riorganizzazione della PM, anche rinnovando le procedure di selezione del personale”.
Valentina Sileno di Scelgo Arezzo ha chiesto quando la Fiera tornerà nella sua sede originaria, ovvero le strade del centro storico. Analoga interrogazione è stata presentata da Andrea Gallorini del Pd. Entrambi hanno messo in evidenza come tale soluzione dovrebbe verificarsi fin da giugno.
L’assessore Simone Chierici: “le prendiamo come sollecitazioni, consapevoli che l’habitat naturale della Fiera sono le strade del centro storico e lì la manifestazione deve stare. Ma ce la vogliamo riportare in sicurezza e senza poi dover procedere a modifiche al percorso. Riprenderemo i contatti con la prefettura, non appena il prefetto si sarà insediato. Non abbiamo a oggi la certezza di garantire il ritorno a giugno della manifestazione nelle strade del centro storico. Di certo: faremo di tutto per riportarcela quanto prima”. Interviene il sindaco che ribadisce come riportare la Fiera al Prato è stato un segnale di ripartenza. Ghinelli inoltre non si mostra molto fiducioso di poter rivedere la manifestazione tra le vie del centro già nell'edizione di giugno.
Francesco Romizi e Donella Mattesini hanno chiesto a nome dei consiglieri di minoranza e dei membri della commissione consiliare competente l’avvio di un percorso di audizioni dei soggetti interessati al progetto di fondazione di comunità. “Abbiamo avanzato richieste in tal senso nei mesi scorsi, siamo a maggio e non abbiamo ancora risposta. Il Consiglio Comunale è ‘sovrano’ in materia e non può essere coinvolto a giochi fatti. Il presidente Luca Stessa dovrebbe intervenire per sollecitare la convocazione della commissione e consentire un percorso in trasparenza”.
Francesco Romizi di Arezzo 2020 e Donato Caporali del Pd hanno chiesto al sindaco quali siano i motivi per cui Fortezza e Teatro Petrarca siano ancora chiusi dopo che nel corso delle amministrazione precedenti di centrosinistra i due luoghi simbolo avevano conosciuto un’importante valorizzazione.
Il sindaco Alessandro Ghinelli: “all’affermazione che la Fortezza è chiusa da anni replico ricordando che ha ospitato le mostre di Theimer, Riva, Aceves e Paladino, questa’ultima rimasta aperta quasi un anno di fila e con un biglietto di modesta entità. C’è un progetto che stiamo studiando, insieme alla Fondazione CR Firenze e all’università del capoluogo toscano, che non esclude l’utilizzo della Fortezza per le esposizioni, e che vede la possibilità di visitarla come ‘museo di se stessa’. C’è dunque questo intendimento di riaprirla, fornendo una guida audiovisiva in più lingue che permetta di cogliere gli aspetti del manufatto dal punto di vista storico e monumentale. Questo ingresso sarà a pagamento ma stiamo anche pensando alla gratuità per i residenti del Comune. E a proposito di mostre, per il futuro abbiamo intenzione di organizzarne una di opere marmoree per la quale stiamo lavorando da tempo”.
Giovanni Donati del Pd ha chiesto che sindaco e giunta promuovano progetti per restituire sicurezza e decoro: “dalle abitudini dei giovani ai rifiuti lasciati fuori dai cassonetti, parliamo di fenomeni che nel fine settimana raggiungono livelli allarmanti e che si moltiplicano in centro e nelle frazioni".
Il sindaco Alessandro Ghinelli ha ricordato come “già Piazza Grande presenta un nuovo volto e che presto cambierà aspetto anche Piazza Guido Monaco. Il consulente incaricato ha competenza su tutto il territorio comunale, quindi oltre il centro cittadino. Stiamo predisponendo un patto per coinvolgere i gestori di bar e caffè affinché siano i primi ‘garanti’ di corretti comportamenti, tema che non è legato solo a risvolti giuridici e sanzionatori ma alla diffusione di una giusta consapevolezza socio-culturale da cui dipende il futuro degli spazi pubblici della città”.
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