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Attualità martedì 05 novembre 2024 ore 10:38

Sorrisi in Pediatria con la Tribù dei Nasi Rossi

Il Direttore della Pediatria dr. Martini: "Un supporto fondamentale per la nostra attività. I bambini grazie a loro si distraggono"



AREZZO — Un’ora e mezzo di allegria e sorrisi distribuiti per tre/quattro volte alla settimana. Sono quelli che gli “speciali dottori” della Tribù dei Nasi Rossi portano nel reparto di pediatria dell’ospedale San Donato di Arezzo.

Un’attività che a gennaio 2025 taglia il traguardo dei 25 anni e che dalla pediatria si è estesa, una volta alla settimana, anche al reparto di Oncologia e alla Radioterapia dell’ospedale aretino.

Gli “speciali medici” arrivano con le loro valigie piene di giochi, trombe, uno stetoscopio, palloncini colorati e bolle di sapone per regalare sorrisi ai piccoli pazienti della Pediatria diretta dal dr. Marco Martini.

«E’ un appuntamento molto atteso dai nostri piccoli pazienti – spiega il dr. Marco Martini direttore UOC Pediatria Arezzo – e per noi medici, infermieri e operatori socio sanitari rappresentano un supporto importante nello svolgimento del nostro lavoro. I bambini grazie agli “speciali dottori” della Tribù riescono a distrarsi e a non pensare alle terapie. Il loro lavoro è preziosissimo. Inoltre sono sicuro che i piccoli una volta tornati nelle loro case conserveranno un buon ricordo del loro passaggio nel reparto di Pediatria».

«Il rapporto che il personale medico e le infermiere hanno con noi è davvero molto bello, collaborano con noi, ci chiamano – spiega Erika Cardeti presidente Tribù Nasi Rossi –. Ci sono giornate in cui il pronto soccorso pediatrico è pieno e loro ci chiedono di entrare per distrarre il bambino mentre sono impegnati nell’esecuzione di procedure più o meno invasive. Sia adulti che bambini giocano volentieri con noi. Qualcuno dei pazienti attende addirittura il nostro arrivo. Sono soprattutto i bambini con patologie croniche che nel tempo rivediamo in Pediatria e quindi ci aspettano. Ma ci aspettano anche quelli che sono ricoverati per un intervento che prevede un ricovero più lungo: in questo caso i bambini si ricordano del gioco fatto il giorno prima dal clown e quando arriviamo ci chiedono di proseguire il gioco iniziato».

A far divertire i piccoli insieme ad Erika Cardeti ci sono Elisa Cetarini e David Testi con camice da “medico speciale” e naso rosso d’ordinanza.

Ma cosa lascia un’esperienza di volontariato in ospedale? « Quando esco da qui io vado a lavorare e lo faccio contenta – conclude Erika -. Mi toglie energia fare il clown ma mi ridà indietro tanto vedere il bambino che ride. Hai la percezione di aver alzato l’energia e colorato la giornata in un posto come la Pediatria, un reparto molto bello, ma pur sempre un ospedale. E regalare sorrisi, lasciare un ricordo positivo dei nostri giochi è gratificante e anche un momento di arricchimento per noi volontari».


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