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​Il punto forte di ciò che è piccolo

di - martedì 14 dicembre 2021 ore 07:30

Tra i punti forti di ciò che è piccolo vi è di certo la qualità di attirare l’attenzione, qualora il piccolo venga visto, e una certa curiosità. E di potersi manifestare, oltreché nel piccolo, nel piccolissimo e perfino nell’invisibile. Un’idea, ad esempio, può essere una straordinaria luce accesa sulle ambizioni di ciò che è piccolo pur restando aria della mente.

Se il piccolo, poi, ha il colore e la consistenza dell’oro, associato a buone idee, a matite colorate e all’estrosa sapienza di un artigiano, il passo che porta allo stupore di chi l’osserva è davvero breve. Guardarlo, una sola volta, può bastare.

Capita così che piccole cose, piccoli “gioielli”, per l’uso e per la preziosità del materiale, perdano il loro luogo storico di conservazione, quei consueti astucci morbidi, vellutati, da custodire in cassaforte - certo per chi li possiede -, per guadagnare la vetrina delle sale di un museo. Rinuncino all’utilità dell’essere abbinati ad un corpo e ad un abbigliamento, allo sfoggio di una sera al di là dell’ordinario, per innalzarsi allo status di oggetti d’arte, manufatti del tempo, realizzazioni preziose della storia della società e dell’ingegno umano applicato al piccolo (e al bello).

Di tutto questo è valido esempio l’esposizione recentemente inaugurata presso la Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo dal titolo “Bruno Galoppi. Il design orafo tra gli anni cinquanta e settanta ad Arezzo” a cura di Paolo Torriti. Visitabile fino al 13 marzo 2022, la mostra rappresenta un incontro felice tra la storia di un’idea e la nascita e lo sviluppo di un progetto capace di mettere d’accordo il piccolo con il meraviglioso e l’innovativo del proprio tempo, ciò che può stare sul palmo di una mano con le copertine delle riviste di cinque continenti. Per non dire del valore estetico e conoscitivo di potersi dedicare allo studio e all’ammirazione dei punti forti di un piccolo gioiello senza una particolare idea di possesso, né immaginando una quotazione di mercato, assaporando esclusivamente la storia e la cultura creativa, artistica, artigiana ed operaia di un territorio che con l’oro ha una lunga fratellanza.


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