Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 22:17 METEO:AREZZO22°  QuiNews.net
Qui News arezzo, Cronaca, Sport, Notizie Locali arezzo
lunedì 29 aprile 2024

— il Blog di

​L’invenzione del Giardino dei Tarocchi

di - lunedì 24 maggio 2021 ore 07:30

Ci sono sogni e meravigliose invenzioni della mente che sembrano impossibili, irrealizzabili. Avete mai provato a svegliarvi con gli avanzi di un sogno in testa tanto da esclamare: «Però! Sarebbe bello se fosse possibile!»? Oppure a riscuotervi da un’immagine che vi ha colto alla sprovvista colonizzando il desiderio? Fantasie da non poter raccontare, perché inspiegabili? Visioni, chimere nate dall’inflessibile desiderio che abbiamo del fantastico, dall’ideale di una bellezza, ancorata tra spirito e materia, che è invenzione, demolizione e ricomposizione del reale in forme inusitate? Certo che sì. Sogni, per l’appunto, che uno non si aspetterebbe mai di poter percorrere con i propri piedi lasciando riempire gli occhi di meraviglia.

Mai… almeno fino all’incontro con uno di questi sogni diventati figure e cammino, come accade ai visitatori del Giardino dei Tarocchi, ad un passo da Capalbio, nella Toscana che guarda il Tirreno. Niki de Saint Phalle, pittrice e scultrice francese, ha iniziato a realizzarlo nel 1979 e vanta “ventidue imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate” (cfr. www.giardinodeitarocchi.it). Figure in alcuni casi “abitabili”, visioni del sogno a 360°, cui si accede da un sentiero che è già narrazione dell’immaginario, stimolo per ogni visitatore, adulto e bambino, all’elaborazione di personali quanto originali percorsi e contenuti della mente.

Immergersi nella “città” del Giardino dei Tarocchi - la visita integrale si compie in circa 90’ - è tuffarsi nel colore, nell’istinto, nel riflesso, nell’arcano della nostra specie. Gli spunti all’interconnessione tra umano, animale, vegetale, figura, spazio, senso, sono fin dai primi passi infiniti quanto insoliti. Inaspettati. Il simbolo domina incontrastato. L’evocazione di un “altro possibile” illumina ogni passo. Un possibile di meraviglia nato dall’invenzione “impossibile” di una singola, eclettica mente, quella di Niki de Saint Phalle, divenuto immagine del reale di una inimmaginabile quanto numerosa collettività.

La visita ad adulti e bambini, nell’anomala estate che ci attende, è consigliata. Ognuno vi troverà quello che cerca o che non sapeva, ancora, di cercare. Vi troverà, soprattutto, l’idea della “possibilità” dell’impossibile di cui oggi abbiamo più che mai necessità.