Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 18:20 METEO:AREZZO10°21°  QuiNews.net
Qui News arezzo, Cronaca, Sport, Notizie Locali arezzo
mercoledì 17 aprile 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
Sale su una piattaforma proibita per scattare un selfie e precipita nel vuoto: morta un’influencer russa

Attualità giovedì 30 novembre 2017 ore 13:35

Etruria, pm in audizione, Casini secreta

Il procuratore di Arezzo ha ricostruito in commissione la mancata fusione di Banca Etruria con la popolare di Vicenza. La replica di Bankitalia



ROMA — La commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche prosegue le sue audizioni. Oggi è stato il turno del procuratore di Arezzo Roberto Rossi che ha parlato a lungo delle inchieste sul crac di Banca Etruria e del ruolo di vigilanza svolto dalla Banca d'Italia, culminato con sanzioni e infine con il commissariamento dell'istituto dopo la mancata fusione con la Banca popolare di Vicenza.

Rossi ha raccontato come nel dicembre 2013, dopo una serie di ispezioni, fu proprio laBanca d'Italia a sollecitare la fusione di Banca Etruria con la popolare di Vicenza, descivendola come un gruppo "con le necessarie risorse patrimoniali e professionali" e definendo l'operazione "prioritaria". Rossi ha spiegato che, sulla base della documentazione pervenuta alla procura, nel 2015 la Banca d'Italia stigmatizzò "il ruolo contraddittorio del presidente di Banca Etruria Rosi che, nelle trattative con Vicenza, a fronte di rassicurazioni che forniva, teneva comportamenti che hanno portato all'interruzione della trattativa". 

E poco dopo Banca Etruria fu commissariata. "L'abbiamo trovato un po' singolare che venisse incentivata questa aggregazione - ha detto il procuratore - Nella relazione ispettiva, già quella del 2012 su Vicenza, sembra di leggere le relazioni su Etruria. Ci sono l'inadeguatezza degli organi, i crediti deteriorati e anche le azioni baciate che almeno ad Arezzo non c'erano. L'impressione è che questo sia stato determinante nel commissariamento". 

Il presidente della commissione Pierferdinando Casini ha deciso di segretare circa trenta minuti dell'audizione, quelli durante i quali Il procuratore ha parlato dell'opera di vigilanza di Banca d'Italia. I cui vertici, qualche ora dopo, hanno smentito la ricostruzione di Rossi. "Banca Etruria non fu commissariata per la mancata fusione con la popolare di Vicenza - si legge in una nota di Bankitalia - ma in quanto furono rilevate gravi perdite patrimoniali (tali da portare il patrimonio significativamente al di sotto dei minimi regolamentari) e irregolarità".

Il procuratore Rossi ha dichiarato anche che le operazioni più azzardate e dagli esiti più disastrosi per Banca Etruria furono condotte dai vertici dell'istituto fra il 2008 e il 2010, finanziamenti diretti a grandi hruppi nazionali e di entità spropositata rispetto alle dimensioni dell'istituto aretino. "La situazione è poi cambiata dal 2011 al 2014 - ha detto Rossi - In questo periodo i finanziamenti finiti in sofferenza sopra i 500mila euro individuati dalla Finanza sono appena 17. In quel periodo gli ispettori di Bankitalia entrarono nell'istituto e fu applicata una diversa strategia imposta dal nuovo direttore dell'area credito".

Durante l'audizione il procuratore ha risposto anche ad alcune domande sul ruolo di Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena, nel cda di Banca Etruria dal 2011.

"L'allora vicepresidente di Banca Etruria Boschi non partecipò alle riunioni degli organi della banca che hanno deliberato i finanziamenti finiti in sofferenza e che costituiscono il reato di bancarotta - ha detto il procuratore - Boschi entrò nel consiglio di amministrazione nel 2011 come amministratore senza deleghe e diventò uno dei due vicepresidenti nel maggio 2014 insieme a Rosi. Noi sulla responsabilità della bancarotta vediamo i comportamenti e questi discendono dalle delibere. I confliti di interesse li abbiamo tutti evidenziati e per noi i crediti costituiscono il reato di bancarotta se poi vanno in sofferenza. Altrimenti no".

Le domande su Pierluigi Boschi del deputato del M5S Carlo Sibilia sono state più interrotte dagli altri membri della commissione, generando momenti di tensione. "La commissione parlamentare non indaga solo su rileivi di tipo penale - ha detto Sibilia - C'è una situazione politica di una gravità inaudita. Noi abbiamo il dovere di andare su aspetti politici".


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno