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Attualità sabato 29 luglio 2023 ore 10:30

Screening gratuito epatite C, ecco quando e per chi

laboratorio

I controlli saranno effettuate tramite test rapido, un pungidito. L'obiettivo è quello di individuare la malattia in chi non sa di averla



TOSCANA — Un test rapido, un pungidito per individuare anticorpi con risultati immediati: da Settembre partirà così il programma di screening gratuito sull’epatite C, infezione del fegato provocata da un virus che si trasmette mediante contatto con sangue infetto ma da cui oggi si può guarire. 

L'obiettivo della campagna - riservata a tutti i 920mila nati fra il 1969 e il 1989 - è quello di individuare la malattia in chi non sa di averla, così da garantire l'accesso alle cure. Alla platea di persone fra 33 e 53 anni, si aggiungono come target dello screening l’intera popolazione carceraria e chi è seguito dai servizi pubblici per le dipendenze, altre 20mila persone al censimento di pochi mesi fa: in questo caso il programma è già stato avviato da più di un anno.

Sono infatti considerate condizioni di rischio l’uso di sostanze per via endovenosa, pratiche come tatuaggi, piercing o altre procedure estetiche condotte in condizioni igieniche poco sicure, la condivisione di oggetti personali taglienti e pungenti contaminati da sangue (un rasoio ma anche un semplice spazzolino o taglia unghie) e determinati comportamenti sessuali. Per le trasfusioni invece il rischio è limitato al periodo antecedente al 1991, quando sono stati introdotti test specifici sui donatori).

L’infezione non si manifesta sempre in modo sintomatico: può decorrere infatti in maniera silente per anni e talvolta decenni, causando comunque danni al fegato che possono portare alla cirrosi e al carcinoma epatico. L’infezione aumenta anche il rischio di sviluppare malattie reumatologiche, ematologiche, come il linfoma, cardiovascolari e diabete mellito. Il danno è per la persona, certo, ma anche per il sistema sanitario che si trova a gestire un numero accresciuto di malati.

Quando, come e dove

Lo screening consisterà in un test rapido, pungidito, su sangue capillare per la ricerca di anticorpi anti-Hcv. Il risultato sarà disponibile in pochi minuti. Per realizzare i controlli, gratuiti per i cittadini, la Toscana ha ricevuto dallo Stato 4 milioni e 962mila euro

Lo screening sarebbe dovuto partire nel 2019 secondo le indicazioni del Ministero, ma poi la pandemia da Covid-19 ha costretto tutte le Regioni a un rinvio.

I test saranno effettuati a partire da Settembre nelle sedi delle associazioni di volontariato che hanno aderito al progetto e che saranno consultabili sul sito della Regione Toscana e nelle sedi delle aziende sanitarie. 

I cittadini saranno invitati attraverso un sms, ma anche chi non lo ricevesse e rientra nella popolazione target potrà recarsi presso i punti prelievi ed eseguire il test. Sarà naturalmente escluso dallo screening chi è già noto al sistema sanitario come infettato da epatite C.

L'epatite C in numeri

Dal 1 Gennaio 2015 al 31 Settembre 2021 le persone che si sono rivolte al servizio sanitario per l’epatite C sono aumentate di 3.357 unità e, sempre dal 2015, sono stati 14.016 i soggetti trattati con i nuovi agenti virali Daa. 

Il programma lanciato sette anni fa ha dato dunque buoni frutti e l’incremento del numero di trattamenti ha contribuito a ridurre la circolazione del virus. Con la nuova iniziativa si vuole andare ancora oltre.

Determinante la diagnosi precoce

“Questa campagna sarà una delle azioni più importanti sul fronte della prevenzione nell’ultimo trimestre di quest’anno – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – In sanità, dopo l’emergenza del Covid, stiamo concentrando gran parte delle energie proprio sulla prevenzione. E per una malattia spesso silente come l’epatite C, una diagnosi precoce è determinante: per la salute delle singole persone, ma anche per la riduzione dei costi a carico del sistema sanitario”.

“La Toscana rinnova un impegno che ci ha visto attivi anche in passato - sottolinea l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini –. Nel 2015 l’allora giunta regionale lanciò un programma per l’eradicazione dell’infezione, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, per trattare soggetti infetti in via cronica e noti al sistema sanitario, ma non ancora non sottoposti a terapia". 

"Adesso investiamo sulla prevenzione secondaria - aggiunge l'assessore - partendo da una diagnosi veloce con l’obiettivo di individuare quelle persone inconsapevoli di avere l’epatite C e garantire loro accesso alla cura”.


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