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Attualità venerdì 09 aprile 2021 ore 12:40

Rogo a Levane: “Siamo scappati da casa in pigiama”

Alcune persone nei pressi dell'area industriale di Levane
Alcune persone nei pressi dell'area industriale di Levane

Due incendi in una settimana nell’area industriale: le famiglie che abitano vicino raccontano le notti di paura. “Cosa stiamo respirando?”



LEVANE — “Abbiamo preso i bambini e siamo scappati, in pigiama”. Per due volte nell’arco di una settimana alcune famiglie che abitano nei pressi dell’area industriale di Levane - dove due aziende sono andate a fuoco - hanno vissuto notti di paura. Hanno visto il fumo intenso e le fiamme, sentito il cattivo odore farsi sempre più intenso e non ci hanno pensato un attimo: andiamo via.

È accaduto nella tarda serata del primo aprile quando è andato a fuoco il calzaturificio di Valentino e ieri quando intorno alle 21 le fiamme hanno avvolto uno degli stabilimenti dell’azienda di galvanica Lem Industries.

Sì, abbiamo avuto paura per noi, per le famiglie che abitano vicino a noi e per gli operai. Appena ci siamo accorti del fumo che usciva dalla fabbrica siamo subito scappati verso il paese” racconta Anna ancora scioccata. Lei è una giovane mamma e con marito e bambini è corsa via. “Ieri sera i figli li abbiamo lasciati a dormire fuori, io e mio marito verso le 1,30 siamo rientrati in casa. Anche la scorsa settimana siamo usciti di casa in pigiama e ci siamo allontanati in macchina, ma siamo poi rientrati tutti verso le 3 circa. Anche i nostri vicini sono scappati”.

Questa mattina la situazione sembra sotto controllo anche se, come racconta un’altra signora della zona “anche l’azienda Valentino emette ancora fumi”.

“Adesso – aggiunge Anna - da noi non c’è più cattivo odore considerato che siamo un po’ più in alto e il vento probabilmente non tira verso casa nostra ma appena si scende verso le fabbriche ovviamente si sente odore di bruciato”.

Altre famiglie che abitano nei pressi dell’area industriale di Levane si lamentano via social di non aver avuto notizie ufficiali sulla situazione. La preoccupazione principale è per la qualità dell’aria e sul pericolo di inquinamento – scongiurato dalle forze dell’ordine e dal sindaco di Bucine – dato che la Lem Industries utilizza prodotti chimici per la lavorazione dei metalli e che sono andati a fuoco contenitori in plastica. 

“Nessuno si è degnato di passare con un’auto con un altoparlante per avvisare se dovevamo tenere le finestre chiuse” si legge in un commento postato su facebook “Cosa stiamo respirando? Abbiamo visto il nucleo biologico chimico dei vigili di Firenze, che è venuto a fare?”.


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