Dentro il carcere degli orrori di Sednaya: «È un lotta contro il tempo per trovare i detenuti che potrebbero essere nascosti nelle celle segrete»
Cronaca venerdì 20 agosto 2021 ore 21:30
La conosce al bar, la segue a casa e la violenta
Notte da incubo per una giovane valdarnese: l’uomo è stato arrestato poco dopo grazie a un’indagine lampo dei Carabinieri di tutta la vallata
VALDARNO ARETINO — L’ha conosciuto in un bar, quattro chiacchiere, poi l’ha salutato perché si era fatto tardi. Si è diretta a casa, poche centinaia di metri più in là. Arrivata al portone se l’è ritrovato davanti: l’uomo l’ha aggredita, costretta a farlo entrare nell’abitazione dove poi l’ha violentata, nonostante le ripetute grida di aiuto e i tentativi di divincolarsi giovane.
Momenti da incubo per una ragazza valdarnese le cui urla sono state sentite da una vicina che ha dato l’allarme chiamando i Carabinieri di San Giovanni. Sorpreso in flagranza da alcuni passanti, insospettiti dalle richieste di aiuto della donna e dai rumori di colluttazione provenienti dall’abitazione, l’uomo si è frettolosamente rivestito ed è fuggito.
I fatti sono accaduti nella notte tra mercoledì e giovedì e l’estenuante lavoro dei militari ha portato ieri mattina ad individuare e ad arrestare l’uomo, un pregiudicato.
In meno di 24 ore è stato quindi possibile fare luce su un terribile episodio svoltosi nel Valdarno Aretino. Un’indagine-lampo resa possibile grazie allo sforzo corale dei Carabinieri delle Stazioni e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Giovanni Valdarno, che, mettendo in pratica i metodi di indagine più tradizionali, e soprattutto un grandissimo spirito di abnegazione, sono riusciti ad identificare immediatamente il reo.
Dopo la segnalazione e grazie alle dichiarazioni dei testimoni e della vittima, sin da subito il quadro, agghiacciante, è stato chiaro: la donna aveva trascorso la serata presso un bar del centro storico, dove aveva conosciuto un giovane, intrattenendovisi a parlare per tutta la serata. Rendendosi conto che si stavano facendo le ore piccole, la ragazza si era congedata e aveva fatto rientro a piedi presso la propria abitazione, poco distante dal locale. Una volta giunta a casa, si era nuovamente trovata di fronte all’uomo conosciuto poco prima, che, con la forza, l’aveva costretta a farlo entrare a casa, e, successivamente, a consumare un rapporto sessuale.
Gli uomini dell’Arma, una volta affidata la vittima alle indispensabili cure dei sanitari, hanno immediatamente avviato le indagini, finalizzate a ricostruire l’accaduto e ad individuare il colpevole. Sin da subito, le ricerche si sono incentrate su un soggetto, noto agli investigatori e corrispondente al profilo del reo, sia per descrizione, ma anche per analoghi precedenti di polizia. Nelle ricerche sono state coinvolte tutte le pattuglie in servizio nella notte; data la gravità del fatto, ad indirizzarle vi si aggiunge anche il Comandante di Stazione, coadiuvato dai giovani Carabinieri del piccolo centro valdarnese, benché in quel momento non in servizio.
Lo sforzo è comune, e l’obbiettivo è unico: rintracciare il soggetto pericoloso ed impedirgli di nuocere ancora. I primi riscontri, però, danno esito negativo. Nessuna traccia del sospettato, che non viene trovato a casa, né, alle prime ore del mattino, presso il luogo di lavoro. Nel frattempo, i Carabinieri – coadiuvati anche dalla Polizia Municipale del luogo – proseguono con l’analisi delle telecamere private e comunali disseminate lungo l’itinerario che congiunge il bar dove la vittima aveva trascorso la serata con l’abitazione dove si era consumata la violenza. Un lavoro immenso, fatto dell’estrapolazione della visione di ore e ore di filmati, reso ancor più arduo dalla necessità del cosiddetto “azzeramento”, ossia di dover sincronizzare, ex-post, tutti gli orari degli svariati impianti analizzati. Un lavoro che è andato avanti fino alla tarda mattinata di giovedì. Un lavoro che ha dato però i suoi frutti, consentendo ai Carabinieri di ricostruire come, la sera precedente, la vittima, accingendosi a rincasare, fosse stata colpita da un malore, e fosse stata raccolta e ricondotta a casa da quello che, poco dopo, si sarebbe trasformato nel suo aggressore.
Identificato l’uomo, sono state subito diramate le ricerche, cui ha partecipato, in uno sforzo corale, tutta l’Arma Valdarnese, compresi i Carabinieri Forestali. Da mesi, il sospetto si era sottratto all’obbligo di firma, misura cautelare cui era sottoposto per altri trascorsi penali. A casa non ve ne è traccia, e nemmeno nei luoghi frequentati. Infine, però, i militari riescono a localizzarlo, presso l’abitazione di un conoscente (risultato completamente all’oscuro dell’accaduto). Addosso ha ancora gli indumenti della notte precedente.
Il quadro indiziario, a quel punto, non lasciava più dubbi, così come il pericolo che l’uomo potesse darsi alla fuga. Di conseguenza, il pregiudicato è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, e, su disposizione della Procura della Repubblica di Arezzo, portato in carcere.
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