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Cronaca venerdì 29 maggio 2020 ore 17:17

Imprenditore minacciato fa arrestare due operai

uomo con coltello
Foto di repertorio

Padre e figlio hanno perseguitato per mesi l’ex datore di lavoro per essere riassunti. L’uomo tende una trappola con l’aiuto dei Carabinieri



VALDARNO — Un imprenditore coraggioso. Ad ogni minaccia ricevuta ha presentato denuncia. E poi, quando la faccenda si è fatta davvero pesante e rischiosa è riuscito a tendere una trappola ai suoi aguzzini facendoli cogliere sul fatto dai Carabinieri.

Al centro della vicenda un impresario edile valdarnese perseguitato per mesi da due uomini originari della Sicilia: un cinquantenne, che per qualche tempo aveva lavorato nell’azienda, e suo figlio di venti anni.

La storia è iniziata nel dicembre scorso quando il cinquantenne si è licenziato per poi pretendere e ottenere sotto minaccia il pagamento immediato del Tfr. Successivamente l’uomo ha fatto pressione in tutti i modi sull’imprenditore valdarnese per essere riassunto nella ditta insieme al figlio. Vista la resistenza dell’ex datore di lavoro, sono iniziati gli avvertimenti: lettere minacciose messe nella cassetta della posta dell’uomo, bottiglie piene di benzina lasciate in un cantiere edile che l’imprenditore aveva allestito in Umbria accompagnate dall’ennesimo messaggio che invitava a “comportarsi correttamente”, telefonate intimidatorie alla famiglia dell’imprenditore.

L’ultima pretesa avanzata dai due malviventi è stata però per loro fatale. Qualche giorno fa hanno chiesto un colloquio con l’impresario per discutere della riassunzione. L’appuntamento si è trasformato per loro in una trappola. Il valdarnese ha avvertito i Carabinieri di San Giovanni che si sono appostati nei pressi dell’ufficio del titolare dell’azienda. Il colloquio tra i tre si è fatto subito acceso, padre e figlio hanno minacciato di usare “le lame” e a quel punto i militari sono intervenuti arrestando i due operai in flagranza. Durante la perquisizione, indosso al cinquantenne è stato trovato un coltello a scatto detenuto illegalmente mentre nella loro abitazione sono stati rinvenute e sequestrate bottiglie di plastica identiche a quelle scoperte nel cantiere edile umbro.

Padre e figlio lunedì sono stati trasferiti al carcere fiorentino di Sollicciano e ieri l’arresto è stato convalidato dal giudice.


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