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Attualità lunedì 24 agosto 2015 ore 16:19

Arcigay chiarisce i punti degli Studi di Genere

La bufala strumentalizzata del “gender”, Arcigay chiarisce: “la disinformazione degli amministratori è il vero pericolo per le scuole”



AREZZO — Arcigay ritiene molto grave il comportamento delle Assessore del comune di Arezzo Tanti e Nisini sul referendum “anti-gender” nelle scuole. Per l’Associazione viene messo in dubbio il diritto di ognuno ad avere proprie idee e opinioni, è invece a dir poco inopportuno e scorretto disinformare con toni allarmistici, alimentare paure irrazionali e mentire sapendo di farlo, ed è ancora più grave se il comportamento in questione è adottato da due rappresentanti delle istituzioni.

Arcigay chiarisce:

NO, non esiste nessuna “Teoria Gender”. Nessuno studio scientifico al mondo parla di “ideologie gender” intese come teorie che negherebbero la differenza biologica tra maschi e femmine. Questo stravolgimento degli studi di genere è sbandierato dai movimenti conservatori a difesa della cosidetta famiglia tradizionale per creare confusione ed allarmismo, impedire l'avanzamento dei diritti civili e, evidentemente, anche la realizzazione delle pari opportunità tra tutti i cittadini e le cittadine.

SI, esistono gli Studi di Genere (Gender Studies) nati negli anni 70, un insieme di teorie che analizzano i motivi per cui ad un dato genere (maschile o femminile) vengano attribuiti dei “ruoli di genere” specifici non strettamente legati alle caratteristiche sessuali e le implicazioni che questo comporta. (ad esempio: Perché alcuni lavori, vestiti e colori, sport o attività, sono considerati “da maschio” piuttosto che “da femmina”?).

NO, nelle scuole italiane non viene insegnato a bambini e bambine come masturbarsi, non si fa educazione sessuale, studenti e studentesse non vengono “trasformati in potenziali transessuali o omosessuali” come qualcuno accusa.

SI, i progetti finanziati dalla Regione Toscana finalizzati alla Cittadinanza di Genere, consistono in attività di prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni e perseguono la piena parità nella vita sociale, culturale ed economica (come ha ben ricordato la vice-presidente della Provincia di Arezzo, Ducci).

NO, l'omosessualizzazione della società non esiste. Non è un obiettivo di Arcigay, ne di alcuna associazione LGBT.

SI, la realizzazione di una piena cittadinanza per le persone gay, lesbiche, bisex e transgender, il contrasto a discriminazioni, violenze e bullismo omofobico, la libertà di esprimersi per come si è senza condizionamenti, il riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso e di tutte le famiglie, questi sono gli obbiettivi di Arcigay Arezzo “Chimera Arcobaleno”, che vengono perseguiti attraverso eventi culturali, formazione nelle scuole e non solo, incontri, letture e molte altre attività aperte alla cittadinanza.

La presidente di Chimera Arcobaleno Veronica Vasarri: «Non vogliamo una società fondata sull'odio e sulla diseguaglianza e siamo in attesa da settimane di essere ricevuti da Sindaco e Assessora alle Pari Opportunità per proseguire il percorso antidiscriminatorio che il comune di Arezzo ha intrapreso nella passata legislatura. Approfittiamo per ricordare che essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali significa avere un orientamento sessuale, cioè una disposizione ad essere attratti affettivamente ed eroticamente verso persone dell'altro sesso biologico, dello stesso sesso biologico, di entrambi i sessi biologici. Nessuno vuole fare proselitismo, nessuno vuole "convertire" nessuno, queste pratiche le lasciamo ad altri. Invitiamo però a una riflessione e a un minimo di studio i rappresentanti istituzionali perché usare i termini in modo inappropriato significa fare una confusione che non fa bene a nessuno, generare allarmi e, in ultima analisi, offrire anche di sé stessi un'immagine di poca competenza ai propri elettori”.

Alla richiesta di fermare questa ondata di allarmismo e falsità si uniscono anche: Arci, Arezzo in Comune, Insieme Possiamo, Angelo Rossi - vicepresidente del Consiglio Comunale di Arezzo, associazione Pratika e associazione Libera, nonchè numerosi docenti e formatori, tra cui anche il professore dell’Università di Perugia Federico Batini.


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