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Attualità venerdì 20 marzo 2020 ore 16:34

Due aree di degenza per i contagiati da Covid-19

Raffaele Scala

Raffaele Scala responsabile di pneumologia, descrive come il San Donato riesce a garantire le cure del caso a pazienti gravi e meno problematici



AREZZO — Raffaele Scala, medico responsabile dell’area di pneumologia del San Donato, fa chiarezza in merito alla riorganizzazione dei reparti, messa in atto al fine di ottimizzare le funzioni e l’efficacia del personale sanitario in questo periodo di emergenza.

“In qualità di pneumologo, mai avrei creduto, nella vita, di trovarmi a dover far fronte a una pandemia come questa” – esordisce Scala. “Il Covid-19 colpisce soprattutto i polmoni con infezioni acute, normalmente bilaterali, molto gravi che, in alcuni casi, degenerano in una forte insufficienza respiratoria. Le armi in nostro possesso sono i medicinali (sebbene ancora in percorsi sperimentali) e tutti gli ausili alla ventilazione”, prosegue lo specialista.

Il San Donato offre due aree di degenza per i soggetti affetti da Coronavirus.
Una 
di degenza è rappresentata da pneumologia e infettivologia, per un totale di circa 40 posti letto, completamente dedicati ai pazienti covid non eccessivamente gravi, pertanto trattabili con sistemi di ventilazione assistita (quando necessaria) non invasiva a mezzo di maschere e caschetti.
L'altra area di degenza è riservata ai casi molto gravi che richiedono intubazione, è la terapia intensiva.

Tuttavia, la struttura deve rispondere anche all’esigenza di continuità di trattamento per tutte le patologie respiratorie croniche non covid. Trattamenti di questo tipo avvengono nell’area UTIP (= unità di terapia intensiva pneumologica) che si trova in pneumologia ma ben separata dall’area covid, dove si seguono le regolari procedure di trattamento delle varie patologie come avveniva già prima della situazione di crisi.

Sebbene non sia ancora arrivato il temuto picco di contagi e, non potendo prevedere quando questo momento arriverà, la struttura del San Donato è già attrezzata per ospitare molti più pazienti, disponendo di numerosi altri posti letto che, al bisogno, si renderanno immediatamente disponibili.

“Abbiamo ancora margine di risposta – afferma il Raffaele Scala – e siamo in costante coordinazione con la rete sanitaria provinciale in modo da rispondere tempestivamente a ogni emergenza ed accogliere anche pazienti di altre strutture locali”.

“Dobbiamo unire le nostre forze e sfruttare il vantaggio di cui ancora disponiamo per organizzarci ad affrontare al meglio il momento peggiore che, prima o poi, arriverà, come purtroppo ci sta insegnando la Lombardia” – conclude Raffaele Scala.

Organizzazione, coordinazione e collaborazione sono le parole chiave per sconfiggere il virus.


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