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Attualità sabato 03 giugno 2023 ore 12:35

Il 20% degli studenti aretini resta senza diploma

Oxfam rileva che il "fallimento formativo" coinvolge anche Arezzo. Quattro alunni su 10 pur finendo le superiori scarseggiano di competenze



AREZZO — In provincia di Arezzo 4 studenti su 10 al termine delle superiori si trovano in una situazione di vero e proprio “fallimento formativo”, ossia pur avendo conseguito il diploma non hanno competenze sufficienti per esprimere scelte e comportamenti che li mettano nelle migliori condizioni per interagire consapevolmente nella società. Allo stesso tempo, il 20,1% degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie non terminano i 5 anni di studi nello stesso istituto, probabilmente finendo con il non diplomarsi, una percentuale quasi doppia rispetto alla media regionale dell’11,1% rilevata da Eurostat, e che per gli studenti stranieri nel territorio provinciale sale al 55,5%.

Sono alcuni dei dati allarmanti che emergono dalla fotografia tracciata dal primo rapporto sulla dispersione scolastica in Provincia di Arezzo, realizzato da Oxfam, organizzazione da anni impegnata ad Arezzo e in Toscana nella lotta alla povertà educativa e all’abbandono scolastico.

“Quest’anno ricorrono 100 anni dalla nascita di Don Milani, che in ‘Lettera ad una professoressa’ ci ha lasciato una lezione fondamentale ‘la scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde’. Parte da qui, l’impegno di Oxfam ad Arezzo e in tanti territori per la costruzione di una scuola aperta e inclusiva" spiega Roberto Barbieri, Direttore generale di Oxfam Italia.

OLTRE UN TERZO DEGLI STUDENTI ANCHE AL TERMINE DELLE MEDIE NON RAGGIUNGE COMPETENZE ADEGUATE

Dal rapporto inoltre emerge come un sempre maggior numero di studenti non raggiungono competenze adeguate (certificato dalle prove INVALSI), anche al termine della terza media: il 32,8% degli studenti ha una conoscenza insufficiente dell’italiano, il 36,8% della matematica. Un dato che peggiora ulteriormente al termine delle superiori: solo il 54% raggiunge infatti conoscenze sufficienti in italiano e il 55,9% in matematica, con percentuali ancora più basse per l’inglese scritto e parlato. Numeri che evidenziano la fragilità di un sistema scolastico che appare disconnesso nei due cicli di istruzione, aumentando così esponenzialmente il rischio di abbandono precoce degli studi.

Il 15,6% DEGLI STUDENTI DELLE SUPERIORI SONO IN RITARDO, IL 60% DEI DIPLOMATI SI ISCRIVE ALL’UNIVERSITA’

A riprova di una situazione non semplice, i numeri sul ritardo scolastico, indicatore predittivo dell’abbandono scolastico: in provincia di Arezzo il 15,6% degli iscritti alle superiori è in situazione di ritardo in Valtiberina è al 19,2%. Il tutto a fronte di una media regionale piuttosto alta del 18,6%.

Ad incidere sul rischio di dispersione scolastica e bocciatura alle superiori è inoltre la decisione di studenti e famiglie, al termine delle medie, sul seguire o meno il consiglio orientativo dato dai docenti sulla scelta della scuola: solo il 56% degli studenti che frequenta la 1° superiore lo segue. Rilevante anche il fenomeno dei trasferimenti degli studenti tra scuole superiori, che hanno riguardato, ad esempio, ben 250 ragazzi nel ‘21/’22:ad Arezzo, dal Liceo scientifico fuoriesce in corso d’anno il 5,2% degli iscritti, e da ITIS il 6,1%, mentre ad esempio l’Istituto Professionale “Margaritone”, si configura come una scuola “in divenire”, dato che il 30,4% delle iscrizioni avviene nel corso dell’anno.

Guardando poi al passaggio agli studi universitari, circa il 60% dei diplomati decide di proseguire gli studi, con numeri che crollano passando dai diplomati al Liceo classico e scientifico a quelli degli istituti tecnici e professionali.

"Ritengo sia fondamentale lavorare sulle cause del fenomeno per ridurre il rischio dell’abbandono scolastico precoce, partendo da un approccio preventivo che sostenga i ragazzi della fascia d’età più sensibile, ovvero quella dai 14 ai 18 anni, che li aiuti a superare le difficoltà che potrebbero incontrare. – ha detto il Presidente della Provincia di Arezzo, Alessandro Polcri - La Provincia di Arezzo sta portando avanti molte azioni in rete con gli altri soggetti istituzionali, per prendere in carico i giovani, ognuno per le rispettive competenze"

“I patti educativi di comunitàsottolinea la Vice Sindaco, Lucia Tanticostituiscono la risposta adeguata all’atteggiamento di chiusura e isolamento che purtroppo ha caratterizzato quest’epoca solcata dalla pandemia. La Fondazione Arezzo Comunità ha svolto innanzitutto un’analisi della realtà, propedeutica a un progetto condiviso che sta prendendo corpo”.

GUARDANDO AL FUTURO: DAL PNNR 42 MILIONI PER LE SCUOLE ARETINE, MA RESTA IL “NODO” DEL TEMPO PIENO PER LE PRIMARIE

Un’opportunità per affrontare le tante sfide che il mondo della scuola si trova di fronte - sottolinea infine il rapporto – è rappresentato dai fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Per la provincia di Arezzo, sono stati stanziati quasi 42 milioni di euro: 12,5 milioni destinati direttamente alle scuole (per investimenti nei capitoli “Divari” e “Piano Scuola 4.0”) e 29,3 milioni ai Comuni (per i capitoli “Nuove scuole”, “Asili e scuole dell’infanzia” e “Tempo pieno e mense”). Le zone che hanno ricevuto la cifra più alta sono quella di Arezzo (con 14,8 milioni di euro) e la Valdichiana (con 11,8 milioni).

Una sfida accolta solo però parzialmente nel PNRR è l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie per 40 ore alla settimana.

“Si tratta di un elemento fondamentale per ampliare l’offerta formativa sin dall’inizio del ciclo di studi, riducendo il rischio di povertà educativa e dispersione scolastica. – conclude Lorenzo Luatti, autore del rapporto e ricercatore di Oxfam – Al momento però in provincia di Arezzo le classi che svolgono il tempo pieno sono presenti soltanto in 41 delle 101 scuole primarie statali del territorio. Si tratta quindi di una possibilità riservata ad appena il 36% del totale degli alunni e solo al 23% degli studenti nel comune capoluogo. La media regionale toscana è significativamente più alta e arriva al 51%”.


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