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Attualità lunedì 15 marzo 2021 ore 15:34
Imprese del terziario, stato di mobilitazione permanente
Confcommercio deciderà di giorno in giorno le azioni di intraprendere. "Non è contro qualcuno ma per qualcosa". Diecimila imprese a rischio in Toscana
AREZZO — Pandemia e crisi economica. Con l'introduzione della zona rossa in provincia di Arezzo e in altre località della Toscana la situazione rischia di precipitare. Le attività sono allo stremo delle forze e così Confcommercio delibera lo stato di mobilitazione permanente in merito alla situazione delle imprese del terziario.
A partire da oggi, lunedì 15 marzo 2021, l’associazione di categoria, che in Toscana rappresenta oltre 50mila imprese e professionisti dei settori commercio, turismo e servizi, riunisce il proprio consiglio regionale in via permanente per decidere di giorno in giorno, all’unanimità e con la massima tempestività, le azioni da intraprendere a sostegno del comparto, provato dalle difficoltà scaturite dalla crisi pandemica e dalle inefficienze nella sua gestione.
"Lo stato di mobilitazione - si legge nella nota di Confcommercio Toscana - non è 'contro qualcuno', ma 'per qualcosa': richiamare l’attenzione di Governo e istituzioni sul grave stato di prostrazione in cui versano gli imprenditori toscani del terziario, insieme ai colleghi del resto d’Italia, e sulle fortissime preoccupazioni in merito alle prospettive di vita delle loro aziende e al mantenimento degli attuali livelli occupazionali".
Su quest’ultimo punto in particolare, ovvero l’occupazione, Confcommercio Toscana ha intenzione di mettere in campo tutte le idee e strategie possibili per evitare che il comparto, formato in massima parte da micro e piccole imprese, possa perdere a causa della crisi da Covid quelle preziose risorse umane che fino ad oggi sono state la sua vera forza a livello competitivo.
“Il lavoro è la 'linea Maginot' oltre la quale si apre lo scenario fosco di una crisi che da economica si fa sociale - sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - tutte le altre sono difficoltà gestibili, che non spaventano i nostri imprenditori e dalle quali usciremo prima o poi. Ma quando si mettono in discussione i posti di lavoro, quando le aziende sono costrette a chiudere e a licenziare, allora il problema assume dimensioni molto più gravi. E non solo per le imprese. Per questo siamo seriamente preoccupati per quello che sta succedendo…".
Sulla preoccupazione per la perdita di lavoro interviene anche la presidente Confcommercio Toscana. Anna Lapini sottolinea come sia necessario un equilibrio economico tra entrate ed uscite per garantire l'occupazione. "Donne e uomini che oggi vivono nella più totale incertezza, come noi imprenditori. Non possiamo andare avanti contando sulle proroghe della cassa integrazione, i nostri dipendenti per primi hanno diritto ad un minimo di sicurezza. Aspettiamo con terrore il giorno in cui cadrà il blocco dei licenziamenti perché saranno moltissime, troppe, le imprese de terziario incapaci da sole di mantenere gli stessi livelli occupazionali, a fronte della enorme riduzione degli affari in atto ormai da un anno e a costi pressoché invariati, senza interventi decisivi che ci abbiano aiutati a ridimensionare le uscite parametrandole alle entrate. Nel terziario toscano rischiano di sparire almeno diecimila imprese nei prossimi sei mesi e un dipendente su cinque rischia di perdere il posto. Come si fa a non capire le enormi implicazioni sociali che avrà questa situazione per la Toscana e per l’Italia intera?” - conclude Anna Lapini, presidente Confcommercio Toscana.
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