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Attualità giovedì 25 febbraio 2021 ore 11:45

Fondazione per il sociale, è ancora polemica

Presa di posizione di Alleanza democratici e progressisti: "è mancato il coinvolgimento della comunità". E chiedono un incontro pubblico



AREZZO — La Fondazione dedicata al sociale, nonostante il progetto fosse nell'aria da tempo, è stata presentata solamente lo scorso sabato. Ma continuano ad arrivare prese di posizione critiche.

Stavolta ad intervenire, dopo la nota di ieri di Arezzo 2020, è Alleanza democratici e progressisti Arezzo, che afferma: "la Fondazione per il sociale lanciata dal vice-sindaco Lucia Tanti si chiamerà Arezzo Comunità, eppure quello che è mancato è stato proprio il coinvolgimento della comunità di riferimento nella definizione, organizzazione e strategia che dovrebbe avere l'ente. Erano impensabili degli Stati Generali sul sociale e l'istruzione, anche online, laddove si è parlato di passo storico e rivoluzione? Come è possibile pensare a dei nuovi (ma in realtà molto vecchi) modelli di gestione senza un confronto aperto, pubblico e partecipato?".

Paolo Casalini (+Europa), Antonio Segreti (PSI), Biancaleda Patrussi e Giannli Ulivelli (Italia Viva) proseguono quindi "da tempo leggi e direttive europee, quanto ministeriali e regionali parlano di innovazione sociale e welfare in termini di amministrazione condivisa e governo collaborativo, nell'ottica di un ampliamento di quelli che sono diritti e doveri pubblici, dell'interesse generale e la gestione dei beni comuni, il servizio integrato è realtà e le assunzioni non più un taboo, quindi perchè adesso una nuova Fondazione? Quale la sua governance e quali i suoi obiettivi strategici?"

Da qui la richiesta del gruppo politico di "avere una risposta a queste domande in un incontro pubblico rivolto e condiviso con operatori e utenti dei servizi alla persona e l'istruzione per spiegare, ma soprattutto per mettersi in ascolto dei bisogni del territorio, perché ogni scelta verticale e metodo accentratore soprattutto su temi così pervasivi e importanti per il benessere della comunità, rischiano di avere ricadute nefaste".

Per fare rete, collaborazione e co-progettazione tra Pubblico e privato, gli strumenti ci sono già e la sussidiarietà circolare che abbiamo sentito nominare in conferenza stampa, parte proprio da una modalità di condivisione dei bisogni, i mezzi e le finalità che in nessun caso possono arrivare come una scelta calata dall'alto".


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