Attualità martedì 27 luglio 2021 ore 08:00
La pandemia frena l'immatricolazione dei bus
Ad Arezzo registrato un calo del 40% delle nuove targhe. Ecco la situazione dei mezzi a livello provinciale. Ricerca di Continental
AREZZO — La pandemia ha pesato come un macigno su molti, moltissimi settori. Ne siamo ben consapevoli. E tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada.
Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale.
Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Toscana, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province.
Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. Migliora la situazione in Toscana, dove si registra -1,9% passando da 987 a 968 nuove targhe. Tra le province più in calo, Arezzo segna -21,5% e 62 nuove registrazioni.
Uno scenario simile si presenta per il trasporto persone dove le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). In questo caso la diminuzione della Toscana è più consistente e arriva a toccare il 54,1% con 172 nuovi bus immatricolati. Nel mezzo della classifica provinciale, Arezzo segna un -40% e 42 nuove registrazioni.
Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno). Stesso schema in Toscana: sul podio gasolio, benzina e metano (89,3%, 5,5% e 2,9%), mentre ibrido ed elettrico ben al di sotto dell’1% (0,1% e 0,3%). Ad Arezzo il benzina scende a 3,5% a favore del metano che sale a 3,5%, mentre l’ibrido e l’elettrico si stanziano entrambi a 0,1%.
Il parco autobus nel nostro Paese registra, inoltre, nel 202099.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido. Il gasolio regna anche in Toscana (93,8%) seguito dal metano (4,8%), mentre l’elettrico supera l’ibrido (0,8% vs 0,1%). Ad Arezzo le fonti alternative elettriche e ibride superano le quote di benzina (0,6%, 0,5% vs 0,4%).
La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%). In Toscana la fascia preponderante è invece quella 2-5 anni (20,3%), successivamente quella 10-15 anni (16,7%) e 15-20 anni (15,5%). Arezzo ospita il 12% di autocarri di oltre 30 anni e il 18,9% di mezzi più giovani di massimo 5 anni di età.
Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante. In Regione l’incidenza della fascia più recente si alza al 22,8%, con una netta preponderanza di veicoli dai 2 ai 5 anni, mentre quella dei veicoli più datati scende al 20%. Scenario simile in provincia di Arezzo dove il 21,4% del parco è di massimo 5 anni e il 20% oltre i 20.
Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%). Al contrario in Toscana gli autocarri Euro 0,1 e 2 sono il 24,3%, molto al di sotto della quota di Euro 5 e 6 (44,3%). Ad Arezzo invece il 30,3% è rappresentato da Euro 5 e 6, e il 32,4% da classi inquinanti.
In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Regione quasi la metà del parco è Euro 5 e 6 (44,5%) mentre le classi più inquinanti dalla 0 alla 2 si fermano al 24,6%. Ad Arezzo le categorie 5 e 6 rappresentano il 43,9% e quelle più obsolete si fermano al 27,8%.
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