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Attualità giovedì 18 giugno 2020 ore 18:00

Lavoro e turismo, la Cgil punta all'agroalimentare

Alessandro Mugnai, segretario provinciale Cgil

Per il segretario Mugnai a livello occupazione il 2020 rischia di essere drammatico. Olio, vino, produzioni biologiche le nuove opportunità



AREZZO — A livello occupazionale il 2020 rischia di finire nei libri di storia come l'Annus horribilis per l'occupazione nel territorio aretino. Se fino per adesso gli ammortizzatori sociali  "mascherano" la grave emergenza, il rischio è che in autunno venga presentato il conto. La crisi congenita di determinati settori quali il manifatturiero, che vedono oro e moda boccheggiare, l'allarme lanciato dal comparto delle costruzioni ed il Covid rischiano seriamente di mettere in ginocchio molti aretini.

Su questo tema interviene il segretario provinciale della Cgil, Alessandro Mugnai, che, senza giri di parole evidenzia come "Il 2020, grazie anche al Covid, rischia di essere drammatico. Le prime stime hanno il suono dei bollettini di guerra: produzione industriale in Toscana diminuita di un terzo. In provincia di Arezzo, in un solo mese, oltre 4 milioni di ore di cassa integrazione. Flessione di occupati che, nello stesso ambito territoriale, è pari a quasi 2.500 che hanno perduto o stanno perdendo il lavoro. Ci stiamo incamminando verso un dramma sociale senza precedenti nel nostro territorio”.

La Cgil evidenzia le sue preoccupazioni: “possiamo dire che stanno resistendo solo i settori agroalimentare e farmaceutico. L’oro e la moda sono in fortissima crisi, il settore delle costruzioni è in allarme. Adesso è il momento di passare dalle analisi alle azioni. Non possiamo continuare a fare i conti delle imprese e dei posti di lavoro perduti. Dobbiamo invertire questa tendenza e dobbiamo farlo tutti insieme: sindacati, categorie, imprese, istituzioni locali, regionali e nazionali senza che nessuno faccia il primo della classe o imponga il suo diktat”.

Mugnai riporta alla luce una parola: distretto. “Quanto all’agroalimentare, Arezzo ha produzioni di alto livello nel settore frutta ma non nella trasformazione industriale del prodotto. Insieme ad olio e vino, nonché alle produzioni biologiche, questo è un settore sul quale puntare e investire”.

Questi comparti – sottolinea la Cgil – possono essere trainanti anche per il turismo, potendo far inserire nel “pacchetto” non solo arte e ambiente ma anche artigianato e agroalimentare di alta qualità.

La nostra è una delle possibile strategie – conclude Mugnai. Siamo ovviamente disponibili a discutere qualsiasi altra alternativa purché non solo di carattere assistenziale. Chiediamo quindi che sia attivato un tavolo d’emergenza’tra tutti i soggetti economici e sociali interessati.


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