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Lavoro giovedì 12 maggio 2016 ore 15:08

Cala l'export dell'oro

Lunedì 16 maggio sarà la Giornata dell'Economia. Arezzo è fra le prime province per intensità di attività economiche in rapporto alla popolazione



AREZZO — E' in programma lunedì 16 maggio, presso la Borsa Merci di Arezzo, la Quattordicesima Giornata dell’Economia.

Indetta dal sistema camerale, la Giornata dell’Economia è un evento che vede accomunate tutte le Camere di Commercio italiane con l’obbiettivo di mettere a disposizione delle rispettive realtà socio-economiche il patrimonio di dati informativi e di analisi che scaturiscono puntualmente dagli Osservatori di settore e dal monitoraggio dell’andamento congiunturale.

I lavori inizieranno alle ore 10:30 con il saluto del Presidente della Camera di Commercio di Arezzo Andrea Sereni, per proseguire con la presentazione da parte del Segretario Generale Dott. Giuseppe Salvini del “Rapporto 2016 sull’economia provinciale”. E' poi previsto l'intervento del Prof. Tommaso Nannicini, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio.

Da una prima analisi del “Rapporto 2016 sulla economia provinciale”, che sarà presentato nella sua interezza lunedì, possiamo estrarre alcune considerazioni iniziali. Oggi Arezzo conta 45.489 imprese, presentandosi fra le prime province d'Italia per intensità di attività economiche in rapporto alla popolazione. Nel territorio operano aziende leader in vari settori produttivi dall'oreficeria, alla moda, dall'agroalimentare al terziario avanzato.

Il sistema delle imprese aretine, dopo un biennio abbastanza in salita, sta tornando a cresce gradualmente anche se ancora ad un ritmo contenuto. Il ritorno al segno positivo deriva certamente da una lenta ripresa delle iscrizioni nel Registro delle Imprese, indicatore primario della vitalità imprenditoriale, ma soprattutto da una flessione del numero di cancellazioni: emergono così i primi segnali di un assestamento della crisi determinati dalla diminuzione delle chiusure aziendali con un saldo positivo a fine 2015 di + 164 imprese .

La provincia di Arezzo ha chiuso l'anno 2015 con un saldo commerciale verso l'estero positivo per 2,7 miliardi di euro, risultato importante che tuttavia segna una diminuzione rispetto all'anno precedente.

Tale flessione è il riflesso delle difficoltà che le aziende aretine stanno riscontrando nei principali mercati di sbocco e che sono , a loro volta, conseguenza del rallentamento delle principali economie mondiali, dei fattori delle numerose crisi geo-politiche, del crollo dei prezzi delle principali commodities ( petrolio in particolare).

Il primo aggregato dell'export aretino in termini di valore è quello dei metalli preziosi: i flussi verso l'estero si sono attestati nel 2015 a 2,2 miliardi di euro, in crescita del 4,4 per cento rispetto all'anno precedente.

Il secondo aggregato per importanza è quello della gioielleria ed oreficeria che presenta un flusso verso l'estero di 1,8 miliardi di euro in crescita del 4,4 per cento rispetto all'anno precedente. Nonostante l'aumento del prezzo dell'oro, le esportazioni si contraggono dell'1,1 per cento.

La maggiore concentrazione dell'export aretino di gioielleria ed oreficeria, infatti, è sui mercati degli Emirati Arabi e questo costituisce, al momento, un fattore di criticità. Gli Emirati, oltre che mercato finale di sbocco, rappresentano anche una sorta di hub commerciale per buona parte del Medio Oriente, area che , dopo una crescita rapidissima, segna adesso un certo rallentamento determinato dalle crisi geo politiche, soprattutto quella petrolifera.

Gli altri distretti orafi, forse in virtù di un diverso mix di mercati di sbocco, sono riusciti nello stesso periodo a ottenere migliori risultati: crescono infatti di qualche punto percentuale le esportazioni vicentine ed anche quelle di Valenza.

Anche le esportazioni di prodotti diversi da metalli preziosi e oreficeria, in particolare l'aggregato del comparto moda, segnano una lieve flessione pari al 3,3 per cento rispetto all'anno precedente: il segno meno è dato dalla flessione dei prodotti tessili e degli articoli in pelle solo parzialmente compensata dalla crescita dell'export di abbigliamento ( +4,9 per cento) e calzature (+22,8 per cento).


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