Attualità mercoledì 15 luglio 2020 ore 11:39
Legno e arredo giù, allarme lavoro
Confartigianato conta i danni del Covid Chiede a governo e istituzioni locali misure concrete per salvare il comparto e l'occupazione
AREZZO — Un quadro “drammatico”. Sono i numeri a descrivere meglio di ogni parola cosa accade ad Arezzo, all'interno del quadro nazionale. Non è solo un grido di allarme quello che si leva dal comparto legno e arredamento e di cui si fa portavoce il presidente provinciale della Federazione Legno e Arredo di Confartigianato Arezzo, Fabbroni.
Il Covid lascia segni pesanti sul terreno economico-produttivo: a marzo-aprile 2020 le esportazioni del legno-arredo hanno registrato una caduta del 46,3%, che tradotto in soldi, significa quasi 1 miliardo di euro in meno di vendite.Un dato che porta nei primi quattro mesi dell’anno a un crollo delle esportazioni pari al 24,1%.
“Sul fronte della domanda interna le cose vanno anche peggio” spiega Fabbroni perchè nel trimestre marzo-maggio 2020 “le vendite al dettaglio di mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa si dimezzano (-53,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo decisamente più marcato rispetto a quello registrato dalla media dei prodotti non alimentari (-36,5%).Una situazione che, inevitabilmente, si ripercuote sull'occupazione in un comparto importante per l'artigianato”.
In altre parole, il Covid ha fatto un disastro e indebolito la domanda interna e quella estera. Secondo i numeri di Confartigianato le micro-piccole imprese del legno-arredo ad aprile hanno perso il 72,2% del fatturato, mentre a maggio la flessione, pur sempre pesante, si attenua ad un -41,8%.
L'occupazione è l'altro tema centrale se si pensa che nel settori manifatturieri di legno e mobili, lavorano “47.447 unità locali con 234.326 addetti, con una elevata concentrazione di micro e piccole imprese: sono 46.981 le unità locali con meno di 50 addetti, rappresentano il 99% del totale e danno lavoro a 182.089 addetti, oltre i tre quarti (77,7%) del comparto. La filiera del legno e arredo arriva nel complesso a 51.089 unità locali e 240.167 addetti sommando, ai due settori manifatturieri esaminati, ulteriori 3.642 unità locali e 5.841 addetti della riparazione di mobili e di oggetti di arredamento, laboratori di tappezzeria”, sottolinea Fabbroni. In dettaglio: la fabbricazione di mobili – con 132.595 addetti – rappresenta il 55,1% dell’intera filiera, il legno – con 101.728 addetti – rappresenta il 42,4% mentre la riparazione di mobili e tappezzeria pesa per il restante 2,4%”.
Fabbroni non usa giri di parole: "Chiediamo a chi ci governa, a livello nazionale ma anche locale, tutte le misure di sostegno per mantenere in vita questo comparto; dal credito alle tasse, agli interventi di sostegno all'occupazione, alla sburocratizzazione, già presentati sia a livello locale che nazionale da Confartigianato. Ne va del futuro di una fetta troppo importante del made in Italy e dell'occupazione”.
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