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Attualità martedì 30 marzo 2021 ore 12:23

Medici in pensione tornano in prima linea

Le storie di tanti professionisti che non si sono tirati indietro nel momento in cui c'è stato bisogno di dare una mano all'intera collettività



AREZZO — Sono andati in pensione ma quando c'è stato bisogno hanno ripreso il camice bianco e sono tornati in prima linea.

Tante le storie di medici che hanno interrotto il loro meritato riposo, dopo una vita passata in corsia, ed questo momento di grande necessità si sono fatti triovare pronti a riprendere da dove avevano lasciato. 

Dino Vanni è stato Direttore della Medicina interna nella ex Asl 8 ed ha fatto anche parte del Consiglio Superiore di Sanità: "in questo momento mi sembra non solo ovvio ma anche doveroso contribuire e dare una mano. Noi ci siamo messi a disposizione. Dico noi perché questa attività ci consente anche di rivedere e di lavorare di nuovo insieme con colleghi insieme ai quali abbiamo condiviso la vita professionale".

Francesco Rosadi ha diretto la Ginecologia del San Donato: “l’idea mi è venuta quando c’è stato l’appello nazionale ai medici in pensione. Io sto ancora bene e sono in forma? Perché non dare una mano in questo momento in cui s’intensifica la campagna vaccinale?”

Albero Cuccuini ha diretto il Dipartimento emergenza e urgenza: "diamo una mano alla società e al Servizio sanitario nazionale per accelerare i tempi della vaccinazione. Ho offerto la mia disponibilità a svolgere l'attività sia in Valdarno che ad Arezzo. Siamo in pensione e abbiamo i nostri impegni di famiglia ma quando siamo chiamati rispondiamo".

Giovanna Becattini ha lavorato in rianimazione: "volevo e voglio fare qualcosa perché la situazione migliori. Siamo pronti a rispondere alla chiamata del Centro vaccinale per dare il nostro contributo".

Monica Bettoni ha miscelato esperienze professionali in medicina interna e politiche in qualità di Sottosegretaria alla Sanità per approdare, infine, alla Direzione dell'Istituto Superiore di Sanità: "penso valga per molte professioni: non si smette mai di essere quello che si è stati per tutta una vita. Lo scorso anno sono andata volontaria in un ospedale Covid di Fidenza. Oggi sono qui a fare vaccini. C'è bisogno di tutti, anche di noi pensionati per sostenere una battaglia che è sempre più dura. La nostra disponibilità è anche un segnale del bisogno di unità e di coesione che oggi è necessario ancor più di ieri".

Anche Sonia Alida Nannoni, rianimatrice, ha prestato la sua collaborazione in un centro Covid, nel suo caso ad Aosta dopo periodi di volontariato in Africa: "penso sia etico, umano e morale contribuire all'attuazione della campagna vaccinale. Ad Aosta ha visto situazioni che non avevo mai visto in 35 anni di professione: dobbiamo fare di tutto per evitarle. Noi medici in pensione possiamo dare una mano: mi auguro che lo Stato risolva il problema dello scuso sanitario per noi volontari".

Anna Domenichelli è stata Direttrice di Igiene Pubblica: "è un momento decisivo per la vaccinazione. Ognuno di noi, se ne ha la competenza, ha il dovere di mettersi a disposizione e prendersi responsabilità. Anche se in pensione siamo spinti a dare un aiuto, seppur minimale, ai colleghi ancora in attività. Il mio messaggio è innanzitutto per la comunità perché con fiducia venga a vaccinarsi per uscire, al più presto, da questa innaturale vita".

Michele Mecca, già responsabile controllo infezioni e dirigente medico: "ho aderito, per quel poco che potrò dare quando sarà il mio turno, per rendere possibile un aiuto a chi, anziani, persone fragili, persone svantaggiate e persone professionalmente esposte ma anche chiunque, avrà bisogno del vaccino quale miglior strumento oggi disponibile per riappropriarci della nostra libertà e dell’inalienabile bisogno di manifestare affetti e coltivare relazioni".

Insomma un gruppo di professionisti che non si sono tirati indietro ma che sono tornati là, in prima linea, per combattere e dare una mano ai colleghi più giovani in questa assurda battaglia contro il Covid.
"La campagna vaccinale - commenta il Direttore generale, Antonio D'Urso - ha bisogno di tutti. Oggi più di ieri e domani più di oggi grazie alla crescente disponibilità di dosi. Questi medici confermano i valori che sono alla base del nostro lavoro: essere dalla parte delle persone e fare di tutto per tutelare la loro salute. In questo senso il camice bianco non viene mai chiuso definitivamente nel cassetto. La nostra è una vera comunità professionale legata non solo dall'iscrizione ad un Ordine ma soprattutto dalla condivisione di valori etici".
"Li ringraziamo - aggiunge la Direttrice sanitaria Simona Dei - perché si sono messi volontariamente a disposizione in una fase particolarmente delicata come quella attuale. Le persone, giustamente, chiedono di essere vaccinate prima possibile per difendersi dal Covid. Si stanno risolvendo i problemi legati alle quantità di vaccini disponibili e avere il numero necessario di vaccinatori, è la seconda condizione essenziale".


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