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Attualità mercoledì 24 febbraio 2021 ore 09:00

Le ernie "pericolose" anche per il sesso

Il primario di Chirurgia, Marco De Prizio, mette in guardia: "Provocano problemi al lavoro, nello sport e nell'intimità di coppia"



AREZZO — Sono i giorni dove il Covid tiene banco. Casi in aumento e pericolo varianti. Ma a livello sanitario ci sono altre patologie che devono comunque essere considerate e soprattutto non trascurate.

Tra queste ci sono le ernie. Sono molto diffuse e non c'è prevenzione. Sull'argomento interviene il direttore dell'Area dipartimentale chirurgica aretina che ricorda come si tratti di un problema diffuso ma al quale molte persone dedicano attenzione solo nel momento in cui il disagio è insopportabile. Talvolta il dolore diventa forte e il paziente non riesce a far rientrare il contenuto dell’ernia. In questo caso si parla di “ernia strozzata” e allora sarà costretto a rivolgersi all’ospedale, dove spesso si rende necessario un intervento in urgenza con aumento dei rischi operatori.

Le ernie - afferma Marco De Prizio - consistono nella fuoriuscita di alcuni visceri addominali, solitamente l’intestino, attraverso una debolezza della parete addominale, una sorta di “buco”. L'ernia può essere provocata da uno sforzo muscolare, da attività sportiva, da una debolezza congenita dei tessuti muscolo-tendinei. La fascia d'età maggiormente interessata è quella degli adulti e degli anziani, quindi gli over 45. L'ernia preferisce un sesso: quello maschile. Le sedi principali sono inguinale, femorale e ombelicale; esistono poi ernie che si formano su cicatrici di precedenti interventi, esse possono essere anche di grandi dimensioni e prendono il nome di laparoceli.

Nessuna di queste è da sottovalutare. "Provocano dolore, impediscono lo svolgimento sia di lavori manuali che di attività sportive. Quelle inguinale e femorale possono determinare problemi anche all'attività sessuale con ripercussioni sulla vita affettiva" - ribadisce il primario del San Donato. 

L'intervento chirurgico prevede il riposizionamento del contenuto dell’ernia all'interno dell’addome e la successiva plastica, ovvero la chiusura della porta erniaria, la sorta di 'buco' della parete muscolare.
"L'intervento può essere effettuato sia in modalità chirurgica tradizionale, attraverso una incisione cutanea, oppure con tecnica mini-invasiva. In questo ultimo caso si praticano dei fori attraverso i quali si introducono gli strumenti chirurgici e si posiziona la rete di rinforzo dall’interno dell’addome. Da circa un anno, solo per i casi più complessi, utilizziamo il robot che rappresenta la nuova frontiera della chirurgia mini-invasiva.

Importante ricordare che il paziente non sottovaluti i rischi dell’ernia e che si rivolga al Chirurgo precocemente senza attendere lo spiacevole evento dello “strozzamento”.


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