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Attualità venerdì 15 maggio 2020 ore 08:30

I pazienti di Psichiatria reggono all'urto Covid

Michele Travi, primario del reparto Psichiatria

Nessuno è lasciato solo. Il primario Michele Travi racconta come il reparto si è organizzato per garantire i servizi durante l'emergenza sanitaria



AREZZO — Sono stati seguiti uno per uno. I pazienti di psichiatria non sono mai stati lasciati soli nonostante l'emergenza sanitaria in atto. Presso le proprie abitazioni, nella comunità di via Curtatone, all'ospedale o nella struttura del Duomo Vecchio, tutti i pazienti hanno ricevuto i servizi di cui necessitavano.

"Chi era a casa aveva l’abitudine di recarsi negli ambulatori di via Guido Monaco o per visite di controllo o per prendere le medicine - commenta Michele Travi, direttore dell’Unità operativa di psichiatria. Abbiamo quindi istituito un controllo agli ingressi con tutte le procedure che ormai sono standard e conosciute. Visite programmate con un tempo non inferiore ad 1 ora per evitare attese e quindi affollamenti. Abbiamo cercato di limitare le visite ambulatoriali a quelle prive di alternative. Quando possibile abbiamo infatti utilizzato il telefono e le televisite ma, nel nostro ambito, non sempre queste sono possibili. Quindi una quota di visite ambulatoriali è rimasta”.

Rallentato il percorso del paziente verso i servizi, è stato potenziato quello dei servizi verso il paziente. 

“Visite domiciliari, consegna dei medicinali, disponibilità costante al telefono – ricorda Michele Travi. L’obiettivo è stato quello di far sentire il medico, l’infermiere sempre a disposizione, generando così, per quanto possibile, la certezza che nessuno in questa nuova e straordinaria fase, sarebbe rimasto solo ad affrontare i suoi problemi”.

In ospedale la disponibilità di posti letto non è mai stata superata. 

“In questo senso – commenta Travi – potremmo anche dire che ci sono stati meno ricoveri. Altro elemento: i posti letto che avevamo preparato per eventuali positivi al Covid non sono mai stati utilizzati. Solo una volta abbiamo avuto, tra l’altro in un paziente con forti difficoltà, un caso di presenza di anticorpi nel test sierologico. I tamponi hanno poi dato esito negativo ma il nostro paziente si era già organizzato da solo con la Croce Rossa per avere la spesa a casa”.

Tutti i pazienti, qualsiasi sia stata la loro collocazione nei servizi psichiatrici, hanno manifestato attenzione e comprensione per le novità che venivano progressivamente introdotte. 


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