Attualità mercoledì 02 novembre 2016 ore 18:00
Poste in sciopero
Mugnai (segretario SLP-CISL Arezzo): "La privatizzazione totale mette in discussione anni di lavoro e sacrifici"
AREZZO — Le Segreterie Nazionali SLP-CISL, SLC-CG1L, hanno proclamato lo sciopero generale in Poste Italiane Spa per l'intera giornata di venerdì 4 novembre 2016 con manifestazioni in ogni regione.
"La decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e del conferimento a Cassa Depositi e Prestiti del rimanente 35% del capitale, con l'uscita definitiva del Ministero dell'Economia dall'azionariato di Poste Italiane, dichiara Daniele Mugnai segretario SLP-CISL Arezzo, muta completamente gli assetti societari e il controllo pubblico in Poste Italiane. Una decisione assunta a breve distanza dal primo collocamento azionario di oltre il 30% effettuato ad ottobre 2015. Una privatizzazione, continua Mugnai, che ha il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per "lenire" il debito pubblico, ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane sull'intero territorio.
Già ora si assiste ai reiterati interventi dì chiusura degli Uffici Postali nelle zone più disagiate e al recapito della corrispondenza a giorni alterni, scelta contestata recentemente dal Parlamento Europeo, compromettendo qualità del servizio offerto e la garanzia del servizio universale. Le OO.SS.. di categoria ritengono estremamente grave e antieconomica l'intera operazione di dismissione da parte dello Stato, in considerazione che, dal 2002 ad oggi, Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi e versando consistenti dividendi al Ministero dell'Economia, quindi alla collettività, quale azionista di riferimento. Con questa operazione - dice Mugnai - il governo viene meno, dopo 160 anni di Poste Italiane, al dovere di garantire alla cittadinanza e alle sue fasce sociali più deboli un servizio essenziale.
Una privatizzazione totale di Poste italiane mette in discussione non solo anni di sacrificio e di lavoro dei dipendenti profusi per darle una dimensione d'impresa tra le più importanti in Italia, ma anche il futuro svolgimento del servizio universale, l'unitarietà dell'Azienda e la sua tenuta occupazionale. Privatizzare Poste Italiane, azienda che fa utili e offre servizi competitivi, può celare dietro una privatizzazione per togliere dal mercato l'unico concorrente scomodo delle banche, che oggi troppo spesso sono nell'occhio del ciclone della finanza speculativa. Attraverso Poste Italiane - conclude Mugnai - passa anche la democratizzazione del risparmio nel nostro Paese, per costi, trasparenza e rendimenti garantiti, con i suoi 500 miliardi di euro raccolti ogni anno dal risparmio postale negli oltre 13.000 Uffici Postali. Siamo fortemente preoccupati, conclude il segretario SLP-CISL Arezzo, anche perché a rischio ci sono oltre 20.000 posti di lavoro sia nel settore postale sia finanziario".
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