Attualità mercoledì 19 ottobre 2016 ore 17:57
"Mancano 169 unità nella sanità aretina"
Stato di agitazione tra gli infermieri. Il Nursind attacca: "Si rischia di dover sopperire alla mancanza degli operatori sanitari"
AREZZO — “Stop ai rientri oltre le norme di legge, agli straordinari e alla reperibilità continua”.
Sono queste alcune delle azioni mirate che gli infermieri metteranno in pratica da oggi in poi nei presidi facenti capo all’ex Asl 8 di Arezzo, “fino ad arrivare allo sciopero, se necessario”, preannuncia Claudio Cullurà, segretario territoriale del sindacato autonomo Nursind. Lo stato di agitazione e la conseguente richiesta di conciliazione presso la Prefettura di Arezzo, sono stati formalmente dichiarati ieri sera, a seguito dell’ultimo incontro tra sindacati, RSU e delegazione dell’azienda sanitaria, che si è tenuto lo scorso 13 ottobre.
“In quella occasione – spiega Cullurà – l’Asl ha chiuso definitivamente le porte dichiarando che avrebbe smesso di trattare con i sindacati in materia di dotazioni organiche. Ma ad oggi solo l’ex Asl 8 di Arezzo è in una situazione di assoluta carenza di personale: mancano almeno 40 infermieri e 53 operatori sociosanitari, a cui si sommano 76 unità tra infermieri e OSS assenti per lunghi periodi a causa di malattia, aspettativa o altro”.
“In totale – sottolinea il segretario territoriale Nursind – nell’area aretina mancano 169 unità sul personale di assistenza ospedaliero, di cui 99 infermieri e 70 operatori socio sanitari. Personale che avrebbe dovuto essere reintegrato, secondo la delibera sottoscritta dalla stessa Asl a gennaio 2015 ma che invece oggi scopriamo che sarà solo in minima parte recuperato: 21 infermieri dovrebbero arrivare tramite mobilità interzonale, ma non conosciamo le tempistiche”.
“Dei 144 interinali che erano in servizio nell’Asl Toscana Sud Est – prosegue – solo 62 sono stati rinnovati. Una ventina di questi dovrebbero essere destinati ad Arezzo, andando a coprire il mancato turn over. Ma da nessuna parte si parla degli OSS”.
“C’è il rischio più che concreto che debbano essere gli infermieri a sopperire alla mancanza di operatori sociosanitari –conclude il segretario Nursind – andando a sottrarre tempo ed energie alle mansioni che gli competono per contratto. Eppure di fronte alle già manifeste difficoltà a coprire i turni, l’Azienda sanitaria si rifiuta di trattare e inasprisce i toni. Non possiamo che rispondere con lo stato di agitazione, intraprendendo tutte le azioni che sono nella nostra disponibilità".
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