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Attualità giovedì 02 aprile 2020 ore 08:30

Pronto Soccorso, meno casi ma più emotività

Giovanni Iannelli descrive il lavoro del reparto tra l'attenzione dedicata al paziente e le paure del contagio



AREZZO — Tutte le strutture sanitarie sono state riorganizzate per far fronte all’emergenza Covid-19 e anche la medicina d’urgenza si è adeguata.

“Il lavoro in pronto soccorso è cambiato molto in questo periodo di crisi. Se prima eravamo abituati a gestire quotidianamente 220/250 pazienti al giorno, oggi assistiamo a un ridimensionamento importante dei flussi.” – esordisce Giovanni Iannelli, direttore del reparto di medicina d’urgenza.

Diminuisce il carico di lavoro e, proporzionalmente, aumenta quello emotivo.

“Oggi riceviamo dalle 50 alle 60 persone al giorno. Lo stress emotivo però è molto forte perché ogni soggetto deve essere considerato e trattato come un potenziale contagiato. Facciamo sempre il nostro lavoro con dedizione e impegno, senza dimenticare i dispositivi di sicurezza personali. Tuttavia, la paura di contagiare i nostri cari, una volta rincasati è alta.” – continua Iannelli.

Indubbiamente l’eccezionalità della situazione ha imposto drastici cambiamenti che sono stati possibili solo in virtù della collaborazione di tutto il personale.

“Non tutto è andato liscio subito come avremmo sperato – prosegue Iannelli – ma, siamo difronte a una situazione inedita per cui era impossibile che non ci fossero intoppi. Voglio però ringraziare il personale e soprattutto gli infermieri che sono la vera colonna portante del pronto soccorso. Sono loro che si occupano anche dell’anima dei pazienti come se fossero loro familiari, e che mantengono i contatti con la famiglia dei ricoverati per fornire informazioni e consigli h24.”

Numerosi i ringraziamenti e le testimonianze di solidarietà dei cittadini che rendono merito ad un lavoro tanto delicato e impegnativo.


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