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Attualità martedì 02 marzo 2021 ore 10:00

Scuole, i genitori chiedono i numeri del contagio

Lettera al direttore della Asl: vogliono sapere il ruolo dell'Azienda sanitaria nell'ordinanza di chiusura. E attaccano sul bonus conciliazione



AREZZO — Chiusura delle scuole, la questione continua a tenere banco. Stavolta a prendere la parola sono i genitori del Comitato "Giù le mani dalle mense" che chiede alle Istituzioni maggiore chiarezza comunicativa in un momento delicato come quello attuale. "Premesso che la salute e la sicurezza dei nostri figli rimangono per noi prioritarie sempre e comunque, continuiamo a non condividere una decisione presa forzando i vigenti protocolli nazionali. Per questo abbiamo scritto al Direttore Generale della Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso, chiedendo di conoscere i numeri reali dei contagi e le conclusioni suggerite dall’attività di tracciamento. Vogliamo inoltre sapere il ruolo dell’Azienda Sanitaria, che ha il compito di tutelare la salute pubblica, nel processo che ha condotto alla stesura dell’ordinanza comunale n.5/2021 (sospensione attività in presenza alle Elementari, Medie e Superiori)". 

"Stiamo attraversando una tempesta e abbiamo bisogno di sapere se chi è al comando sta usando tutte le cautele e le accortezze per tutelare i cittadini. - proseguono - Quello che è certo è che non abbiamo bisogno di scelte drastiche e drammatiche prese senza la dovuta collaborazione e concertazione.
La decisione di chiudere tutte le scuole senza distinzione fra Primarie e Secondarie di primo e secondo grado, quando nelle prime i bambini vengono portati e ritirati dalle famiglie e nelle seconde, invece, possono andare e tornare da soli, usando mezzi pubblici e quindi esponendosi in maniera più importante a situazioni di possibile contagio, è un ulteriore arbitrio preso da questa Amministrazione. Ricordiamo che a novembre 2020, con la città in zona rossa, le scuole Primarie erano aperte con lezioni in presenza, così come erano in presenza le lezioni della prima media".

Secondo il Comitato, quindi: "scegliere di chiudere tutte le scuole senza dichiarare l’ingresso in zona rossa comporta inoltre l’impossibilità per i genitori lavoratori di giustificare la propria assenza, condizione che in mancanza di un incentivo o di un ristoro ad hoc diventa insopportabile. E non si venga a parlare del bonus conciliazione, perché quel provvedimento riguardava le spese sostenute per il pre e il post scuola nel periodo tra ottobre e dicembre 2020 - sferzano contro il vicesindaco e assessore Tanti - ed era stato ideato con criteri di accesso talmente stringenti (ISEE pari al massimo a 20mila euro, impossibilità di usufruire dello smart working, assenza di figure familiari in grado di prendersi cura dei bambini) da essere stato ottenuto da solo da 52 famiglie a fronte di una popolazione scolastica di qualche migliaio di bambini e ragazzi interessata dall’ordinanza in questione".

E concludono ribadendo che "questa modalità, in cui misure severe si combinano all’allentamento delle restrizioni senza un criterio preciso, rischia di aggiungere al danno la beffa e di mettere ulteriormente a rischio la salute e la sicurezza di tutti i cittadini". Insomma, le polemiche e il tam tam non si placano.


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