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Cronaca mercoledì 11 novembre 2020 ore 13:59

Sequestrato importante crossodromo aretino

Indagini condotte dai Carabinieri Forestali. Abuso edilizio, cambio di destinazione d'uso e disturbo della quiete pubblica le ipotesi di reato



AREZZO — Il Tribunale di Arezzo ha disposto il sequestro di un impianto sportivo dedicato al motocross, dove venivano organizzate attività amatoriali e competizioni sportive motociclistiche di rilevanza nazionale ed internazionale.

Il circuito, sito nel Comune, è in gestione una nota Associazione Polisportiva Dilettantistica aretina.

L'operazione si è svolta nei giorni scorsi ed ha visto impiegati i Carabinieri Forestali del Gruppo ambiente della Procura insieme ai colleghi della Stazione Aretina.

L'indagine è partita a seguito di numerosi esposti presentati da un comitato di cittadini residenti nella zona, ed è stata coordinata dal Pubblico Ministero Angella Masiello.

Sono tre le ipotesi di reato accertate dagli inquirenti e vanno dall’abuso edilizio, al cambio di destinazione d’uso del suolo fino al disturbo della quiete pubblica.

Secondo gli investigatori l'impianto, costituito da una pista lunga 1100 metri e larga 34 metri realizzata nel 1992, è stato gestito e regolarmente manutenuto per anni tramite un'autorizzazione illegittima, in quanto rilasciata in via meramente ‘’provvisoria’’ e peraltro per un’area a destinazione agricola, che in quanto tale non poteva, sulla base degli strumenti urbanistici vigenti, ospitare un impianto sportivo.

Inoltre, i Carabinieri Forestali hanno raccolto numerose testimonianze della popolazione locale in merito alla "qualità della vita" nell'intera zona. Infatti, pare che rumori e polveri che si diffondevano nell'aria dal circuito motoristico abbiano inciso inciso negativamente sulla qualità del riposo e sulla libertà di godimento di beni e servizi da parte dei residenti. Tali disagi avrebbero causato anche il deprezzamento degli immobili presenti nell'area limitrofa al crossodromo. 

La vicenda, nel caso di specie, costituisce anche un importante precedente dal punto di vista giuridico in quanto il sequestro è giunto dopo una iniziale ordinanza di rigetto da parte del Tribunale di Arezzo che è stata poi annullata dalla Corte di Cassazione con sentenza nr. 994 del 17.07.2020, nella quale vengono sanciti dei principi di carattere generale destinati a costituire un importante contributo per la giurisprudenza ambientale.

Pertanto il Tribunale di Arezzo, recepite le indicazioni della Suprema Corte, ha disposto una ordinanza di sequestro preventivo.


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