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Attualità giovedì 08 giugno 2017 ore 22:30
Arezzo tappezzata dalle sue emergenze sociali
Ha preso il via la mostra che, con trenta manifesti in tutta la città, invita ad una riflessione sociale
AREZZO — Camminando o guidando per Arezzo, in questi giorni é possibile imbattersi in immagini riferite a situazioni di povertà e a luoghi abbandonati. Ha preso il via il progetto "Vite sparse" che, frutto di un'idea del fotografo Massimo Soletti con il sostegno dei Popolari per Arezzo, si sviluppa come una mostra diffusa su tutto il territorio cittadino per documentarne le aree abbandonate e degradate che rivelano storie di emarginazione e di disagio. Lo strumento scelto per questo racconto è il cartellone pubblicitario: trenta manifesti resteranno affissi fino alla prossima settimana con l'ambizione di avviare una seria e profonda riflessione amministrativa verso le politiche abitative e sociali, capace di tenere realmente conto delle problematiche che interessano la realtà di Arezzo. Questo percorso troverà coronamento in un convegno che, promosso dagli stessi Popolari per Arezzo, sarà dedicato ai temi della corretta comunicazione sociale al tempo dei social network, portando in città sabato 24 giugno alcuni autorevoli relatori del panorama nazionale.
Le problematiche evidenziate da "Vite sparse" trovano solide radici nei dati contenuti nel decimo rapporto diocesano sulle povertà redatto dalla Caritas che spiega come, tra 2.120 utenti con cui l'ente è entrato in contatto e che sono stati classificati secondo la condizione abitativa, circa il 10% risultano senza alloggio e occupano luoghi o spazi come case abbandonate, ex capannoni, auto, tende e altro. Questi numeri, in crescita rispetto al passato, hanno motivato a documentare attraverso la fotografia le varie situazioni di difficoltà e a scegliere gli scatti più significativi da inserire nel percorso di "Vite sparse" che passa da via Michelangelo a via Vittorio Veneto, da via Spinello a via Guadagnoli, da piazza San Donato a via Giotto.
«I dati - spiega Soletti, - dimostrano come un gruppo consistente di persone, formato anche da italiani e aretini, viva una situazione abitativa di precarietà, trovando riparo anche in edifici abbandonati: "Vite sparse" nasce per sensibilizzare verso queste situazioni e per stimolare una più incisiva azione sociale da parte della politica».
Questo percorso accompagnerà al convegno del 24 giugno in cui saranno trattate le più etiche e corrette modalità di comunicazione sociale sui social network. L'incontro, aperto all'intera cittadinanza, sarà alle 17.00 presso palazzo Fossombroni in piazza San Domenico e vedrà come ospiti dei Popolari per Arezzo il professor Giampiero Gamaleri della Pontificia Università della Santa Croce di Roma e il giornalista Vincenzo Spagnolo di Avvenire.
«L'uso della rete - commenta Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, - sta trasformando la politica sociale in una politica social, con il sempre maggior rischio di incappare in strumentalizzazioni e in cattiva informazione. Partendo da "Vite sparse" che ha parlato di politica attraverso la fotografia, l'incontro si pone l'ambizione di riflettere sull'etica da tenere nell'utilizzo dei più moderni strumenti di comunicazione».
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