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Attualità martedì 21 gennaio 2020 ore 18:00

Coingas, il sindaco Ghinelli si difende

Il sindaco Alessandro Ghinelli

Il primo cittadino è intervenuto sull'inchiesta Coingas in Consiglio comunale: "Sono estraneo". L'opposizione ha lasciato l'Aula



AREZZO — L'inchiesta Coingas in cui sono indagati anche un consigliere di maggioranza e i presidenti di due società partecipate è stata al centro della seduta del Consiglio comunale. In un lungo intervento, il sindaco Alessandro Ghinelli ha replicato alle accuse delle forze di opposizione, ribadendo di essere estraneo alla vicenda e rifiutandosi di lasciare il suo posto. I consiglieri di minoranza - che invece avevano chiesto ai primo cittadino di dimettersi - hanno quindi lasciato l'aula del consiglio, in segno di protesta.

Qui sotto, il testo integrale dell'intervento del sindaco.

“Abbiamo liberato Arezzo dall’immobilismo e donato alla nostra città la voglia ed il coraggio di guardare al futuro. Nonostante ciò, pur non risultando indagato né destinatario di alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria, la vergognosa strumentalizzazione politica che di questa vicenda è stata fatta, mi impone alcuni chiarimenti. Mi conoscete, ho dedicato la mia vita, con tutto il cuore e con tutta la mia intelligenza, alla nostra città, ogni singolo minuto di questi (quasi) cinque anni passati insieme, fianco a fianco. Sono una persona trasparente, che le cose non le manda a dire, dedito totalmente al bene comune di Arezzo; ma sono anche un uomo leale verso una visione politica a ed amministrativa che ha risollevato il nostro territorio da una crisi che non è solo economica, ma profondamente culturale. Tutto questo in un mondo dove la lealtà è alla mercé dell’occasione politica.

Le ultime vicende che hanno coinvolto Roberto Bardelli, Luca Amendola, Lorenzo Roggi circa le quali la magistratura sta portando avanti doverosi e circostanziati approfondimenti non mi toccano affatto dal punto di vista giudiziario, come certamente avete letto.

La nomina di Luca Amendola come presidente di Multiservizi è avvenuta non certo su indicazione di Bardelli - come chiunque si occupi di politica non può non sapere – ma, nella logica di una composizione armonica di tutte le componenti della maggioranza, su proposta di uno dei partiti che ha concorso alla mia elezione a sindaco, in questo caso da Forza Italia, e quindi dai suoi vertici comunali, provinciali e regionali, cui competeva questa indicazione. Quella nomina, come le altre, è ovviamente frutto dei legittimi consigli e indicazioni che mi sono venuti dalle forze politiche che hanno condiviso questa sfida di governo della città.

Per quanto riguarda Multiservizi mi fu segnalata la persona di Luca Amendola, che mi venne rappresentato come professionista competente ed espressione di Forza Italia.

Ho dunque proceduto alla nomina di Luca Amendola, il primo aprile 2016, all'interno del cda di Multiservizi, poi il 20 ottobre dello stesso anno, come amministratore unico. Infine il 30 aprile dello scorso anno ho proceduto a riconfermarlo, nella convinzione del suo buon operato.

Per questo - e ribadisco che chi conosce un minimo i meccanismi della politica solo se è in mala fede può affermare il contrario - il fatto che il consigliere Bardelli fosse amico o meno di Amendola, che possa aver gradito o meno la nomina, alcun rilievo ha avuto né poteva avere nella scelta. Come sempre ad ogni nomina, taluni saranno contenti talaltri meno, alcuni per nulla. Queste nomine, come a tutti coloro che siedono in quest’aula ampiamente noto, sono condivise con i vertici dei partiti di riferimento, in questo caso Forza Italia, vertici ai quali non apparteneva certo il consigliere Bardelli. O forse qualcuno di voi può a ragion veduta affermare il contrario?

Ma vengo, senza difficoltà, ai dialoghi registrati di nascosto nell'agosto del 2016, mesi dopo la nomina in questione.

Una premessa, però. C’è forse qualcuno di voi che può negare che sul sindaco, specie quello di una piccola realtà come la nostra ed in una situazione economica come quella attuale, non vengano, spesso impropriamente è vero, quotidianamente riversate le problematiche che affliggono la grande impresa locale come l’ultimo dei cittadini di Arezzo? E il sindaco deve ascoltare tutti, e guai se prova a sottrarsi! Una delle critiche più ricorrenti a sindaci di città di provincia è proprio ‘quel sindaco non riceve nessuno, gli ho chiesto appuntamento da circa un mese e ancora non me lo ha dato’.

E credetemi, ma lo sapete fin troppo bene, che le questioni che vengono poste all’attenzione del sindaco sono le più varie, dalla grande infrastruttura, finanche a beghe di condominio, e, specie in questo dannato periodo, non mancano certo le difficoltà di natura economica.

Perché le persone vengono a parlare dei loro problemi più vari con il sindaco, che spesso e volentieri è del tutto inerme al riguardo? Perché nella piccola realtà il sindaco viene ancora oggi visto come un riferimento, come una sorta di medico di famiglia, come un buon padre di famiglia, che è tenuto ad ascoltare e provare a dar risposta ai problemi dei propri cittadini, quali che siano.

Cosa può fare un sindaco? Quasi sempre poco o nulla, se non ascoltare.

Cosa DEVE fare un sindaco? Certamente non far mancare l’ascolto, la vicinanza a chi, non senza imbarazzo, si rivolge a lui, in cuor suo consapevole che il sindaco nulla potrà fare, ma bisognoso di sfogarsi e di sentirsi ascoltato.

Ebbene, cari consiglieri di minoranza, non avrete mai in me quel sindaco assente e burocrate che ostenta indifferenza o butta a calci fuori della porta il malcapitato di turno. Ma sono certo che, quando sarà il vostro turno, non vorrete esserlo neppure voi, come non lo sono stati coloro che mi hanno preceduto.

Talora può capitare, sono persone e cittadini prima che esponenti politici, che ad esporre le proprie problematiche di natura personale siano questi ultimi.

Vengo quindi al Bardelli, che - siamo nell’agosto del 2016 – mi rende partecipe di un suo problema personale ed io, come faccio quotidianamente con ogni privato cittadino che mi chiede udienza, anzi mi scuseranno coloro che ancora sono in attesa di essere ricevuti, l’ho pazientemente ascoltato, ho cercato di comprendere - e assai poco ho compreso per la verità - se non che, a dire del Bardelli – Amendola si era offerto - in modo imprecisato – di provare ad aiutarlo in privato nel cercare di ottenere un finanziamento, o qualcosa del genere.

Devo dire che mi parvero subito, e da alcuni passaggi dei dialoghi che tutti voi avete letto credo si colga bene, chiacchiere campate in aria, fumose, illusorie, inconsistenti, insomma pie illusioni di una persona in difficoltà.

E’ vero, gli diedi udienza, lo stetti ad ascoltare, cercai di capire – ben poco mi è stato possibile capire per la verità - , e se questa è la mia colpa me ne faccio carico.

Vedere una persona in difficoltà ancora oggi mi provoca dispiacere e questo mi porta a far sentire, quantomeno a parole, la vicinanza alla persona che mi rende partecipe di un proprio problema.

In quel momento per me Bardelli era un cittadino, un conoscente, prima ancora che un consigliere, che si rivolgeva a me per un consiglio paterno, e vi assicuro come capita ogni giorno, e se avrete in sorte di governare questa città ve ne accorgerete cosa significa fare il sindaco, quante volte capita di doversi congedare con un ‘vedrò cosa posso fare’ pur sapendo che nulla il sindaco può e deve fare. E chi si rivolge a me nella maggioranza dei casi ne è perfettamente consapevole, ha solo bisogno di ricevere solidarietà, nella migliore delle ipotesi un consiglio, da chi vede come un punto di riferimento.

Fatevi un esame di coscienza e ditemi se c’è qualcuno di voi in questa sala che, nella sua veste politica, non si è mai congedato dall’interlocutore di turno, esclamando ‘vedrò cosa posso fare’, senza con questo, ben inteso, aver commesso alcunché di illecito o immorale!

Guardiamo, guardate ai fatti per cortesia!!

  • Amendola, come ho detto e ripeto, è stato nominato d’intesa e su indicazione di Forza Italia, non certo del consigliere Bardelli
  • Amendola, successivamente ai colloqui in questione è rimasto saldamente al suo posto, anzi, è passato come detto da Presidente del CdA ad amministratore unico, con probabile scorno del Bardelli
  • Con altrettanto probabile disappunto del Bardelli, è stato di recente da me riconfermato.

Guardate ai fatti e non alle chiacchiere non è una preghiera che vi fa il sindaco Ghinelli, ve lo chiede, lo esige, la nostra costituzione, la più bella d’Europa, che esprime un principio di civiltà, di derivazione illuministica, quello di materialità (ar. 25 Cost.- ‘fatto commesso’) .. ‘nullum crimen nulla poena sine actione’.. vi dice qualcosa? A leggere le vostre imbarazzanti dichiarazioni di questi giorni ho forti dubbi..

Le parole non costituiscono un corpo del reato, esse non restano che nel campo delle idee’ (Montesquieu ‘esprit de lois’).

Cogitationis poenam nemo patitur’ affermava prima ancora il grande giurista latino Ulpiano

E allora, per carità, non perdiamo, non perdete di vista questo principio cardine della civiltà moderna, patrimonio di tutti noi ed a tutela di noi tutti, oggi mia, domani vostra!

Oggi tocca al sottoscritto essere chiamato a rispondere in questa sede non di fatti ma di chiacchiere, ma domani potreste essere voi vittime di attacchi dissennati totalmente disancorati da un qualsiasi FATTO da voi compiuto!

E attenzione che non solo la liceità, ma anche l’eticità della condotta di un politico, come di qualunque persona, non va misurata sulle parole, ma sui fatti. Men che meno può essere valutata su chiacchiere in libertà fraudolentemente captate, volte unicamente a rincuorare una persona in difficoltà.

State barbaramente strumentalizzando stralci di registrazioni nascoste come unico tema di campagna elettorale ormai iniziata, dimenticando che il riferimento ultimo e unico di qualsiasi sfida per il governo della città è il progetto di città, e l'idea che di questa ne abbiamo. E nulla serve a fermare questo clima di aggressione politica che arriva a toni di una violenza inaudita quali quelli di “ad Arezzo non c'è posto per Ghinelli”, nemmeno il fatto che il Sindaco sia estraneo completamente da un punto di vista giudiziario ad una vicenda ancora tutta da chiarire. Dispiace doversi difendere, non tanto dalle accuse, quanto da teoremi politici artatamente costruiti e utili solo a creare un clima di gogna mediatica che pare essere l'unica opportunità per questa opposizione di avere argomenti. In politica, così come nelle battaglie del passato, così come nelle guerre dell'antichità, quello che può dare il vantaggio talora determinante circa l'esito dello scontro è la scelta del campo di battaglia. Non c'è dubbio alcuno che sceglie prima chi ha interesse a sfidare. E non v'è dubbio alcuno che oggi ad Arezzo il centrodestra è sotto assedio da parte di un centrosinistra che vuole riprendersi la leadership in città dopo quasi cinque anni di digiuno. Ed allora, nella totale incapacità di argomentazione politica e ancora più nell'assenza di un progetto di città, sceglie come campo di battaglia quello del giacobinismo barattato da legalità, e dei valori immateriali da difendere a corrente alternata. La verità è che questo, e solo questo, è il campo di battaglia sul quale una certa sinistra sa combattere, e lo fa con la sola arma che gli è propria, gettare il discredito sull'avversario. Non una parola, non un cenno ancorché negativo su quanto fatto da questa amministrazione in quasi cinque anni. Non un attacco alle scelte, non una nota di disappunto circa i temi, i percorsi le decisioni attivate da questa amministrazione. Un silenzio totale sui contenuti ha accompagnato questi anni di amministrazione, financo ad arrivare ad una delle interrogazioni del Partito Democratico, in occasione della discussione sul bilancio, finalizzata a chiedere informazioni sulla castrazione dei gatti in città. Nel consiglio comunale più importante di tutta la consiliatura, quello che tira le somme del primo mandato e disegna le prospettive del futuro, non una parola sui programmi e sul disegno di Arezzo per i prossimi decenni. Poi, oggi, vi scopriamo attaccati con virulenza e con una disperata speranza a uno straccio di registrazione nascosta e furtiva che non mi tocca dal punto di vista giudiziario, e da lì avete cercato di innescare uno scontro decisivo tra buoni e cattivi, tra onesti e disonesti, tra capaci e incapaci, tra degni e indegni, senza avere né il diritto né la statura morale ne le capacità per poterlo ingaggiare contro tutti e contro tutto, con il tono di chi si erge a giudice assoluto di fatti e persone, di circostanze ed accadimenti del tutto ancora privi di una definitiva evidenza e coerenza. E al di là del dispiacere personale, non certo politico, di aver registrato come quattro anni e mezzo di stile e di reciproco rispetto siano stati superati dall'urgente bisogno, che state dimostrando, di infangare l'avversario politico, io ribadisco qui, nel luogo più simbolico della città, che ho fatto il sindaco con onore, con rispetto, con visione, dando sempre il massimo rispetto alle mie capacità, incontrando ed ascoltando in questi quasi cinque anni migliaia di cittadini. Ad alcuni abbiamo dato risposte, ad altri forse non ci siamo sempre riusciti, ma ciò che è certo, è che abbiamo vissuto e intendiamo ancora vivere questo Palazzo con l'obiettivo di proseguire nella costruzione di un futuro per la città. Io invece credo che dopo quattro anni e mezzo il problema vero sia uno solo, e sia tutto nella vostra metacampo, perché questo centrodestra vi ha dimostrato di aver saputo trovare risposte veramente “civiche” proprio in quei mondi che voi avete sentito sempre come vostra proprietà privata: la cultura, il turismo, le politiche sanitarie e sociali, la sicurezza sul lavoro, i rapporti con i sindacati, le case popolari, e in ultimo le politiche ambientali. E ora al netto dello smarrimento che vi ha sempre contraddistinto prendete a prestito dialoghi furtivamente registrati, privi di rilievo giudiziario per il sottoscritto, e ne fate una clava mediatica nella speranza che questo basti a creare un frastuono tale da coprire l'assenza di una alternativa. Vi assicuro non ci toglieremo di mezzo, e non ci toglierete di mezzo così. E non perché non è giusto per noi, ma perché non è giusto nemmeno per voi, laddove intendete rappresentare una sinistra europea che su questa materia scriverebbe pagine e pagine di civiltà e di garantismo, che voi non sapete nemmeno dove stanno di casa. E comunque non sarebbe giusto per Arezzo. Ci potrete certo vincere, questo si, secondo la logica democratica che non accetta l'inquinamento generato da processi sommari dove a mancare è proprio la giustizia ed il rispetto personale e politico per gli avversari, nella certezza che “posto ad Arezzo c'è per tutti”, consigliere Ralli, (e questo lei che aspira a diventare candidato a Sindaco dovrebbe saperlo), c'è per tutti quelli che hanno qualcosa da dire, nella convinzione e certezza che se qualcuno ha sbagliato è ovvio che pagherà, e sono il primo a chiederlo, ma la decisione su chi ha sbagliato e su chi pagherà sta in capo alla magistratura, non in capo all'opposizione. A voi in testa dovrebbe stare un'altra idea di Arezzo rispetto a quella che abbiamo noi, fondata sulla serietà di un progetto, e non attaccata strumentalmente a quattro chiacchiere registrate di nascosto, ed è in questo campo di battaglia, quello dell'Arezzo che vogliamo e che gli Aretini si meritano, che io intenderò portarvi, e non perché è interesse mio, ma perchè è nel diritto di questa Città avere una opposizione che si candida a governare che sappia andare oltre lo sciacallaggio politico".

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