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Attualità venerdì 19 maggio 2017 ore 20:19

Da Arezzo all’India, per il diritto allo studio

Nell'ambito del Festival CinemìCinemà, sono stati raccolti quasi 2mila euro per una scuola indiana



AREZZO — "Riuscire a garantire gli strumenti per l'istruzione e per il gioco, perché i bambini possano essere tali e crescere come noi": questo l'obiettivo del Rainbow Project, il percorso di solidarietà che da anni affianca il Festival CinemìCinemà di Arezzo. A spiegarlo è Anna, studentessa del Liceo “Francesco Redi” di Arezzo, che nella mattina di giovedì 18 maggio ha ospitato la cerimonia di donazione della raccolta fondi a favoredella Study Hall Foundationdi Lucknow, in India.

È stata Anna a consegnare virtualmente, tramite un collegamento Skype, l’assegno da 1900€ alla dirigente scolastica dell’istituto indiano, Shalini Sinha: è il risultato della raccolta fondi promossa lo scorso aprile - nel periodo dell’ottava edizione del Festival CinemìCinemà - da oltre un centinaio di studenti aretini. La campagna di solidarietà, resa possibile dalla preziosa collaborazione degli sponsor Vestri Cioccolato e Bar Tiziano, ha visto i ragazzi impegnarsi nella vendita di tavolette di cioccolata per raccogliere fondi destinati alla scuola Vidyasthali Kanar. Con questo progetto, la Fondazione Study Hall permette a 433 studenti e studentesse di oltre cinquanta villaggi rurali della provincia di Lucknow di far parte del sistema scolastico indiano, dal quale altrimenti sarebbero esclusi.

Il Rainbow Project ha origine da un viaggio in India che ha coinvolto numerosi giovani aretini: dalla conoscenza diretta delle condizioni di vita di molti coetanei è nata l’esigenza di dare un contributo. “È un modo per ricambiare l’accoglienza che i nostri studenti hanno ricevuto in India, dove hanno collaborato alle attività della Study Hall”, sottolinea Anselmo Grotti, dirigente scolastico del Liceo “F. Redi”.

"Questo progetto dimostra come i più giovani non siano interessati solo alla propria dimensione, ma al mondo che li circonda, con una sensibilità verso le persone bisognose”, commenta Mirco Sassoli, presidente dell’Associazione culturale CinemìCinemà.

Il significato di questo percorso si ritrova nelle parole di Sofia, 18 anni: “In India ho capito cosa sia importante per una vita serena: non i beni materiali, ma l'amore e le belle relazioni che possiamo instaurare con gli altri”.


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