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Attualità domenica 27 novembre 2022 ore 19:50

Duomo gremito, Arezzo abbraccia il nuovo vescovo

Applausi e gioia all’ingresso del nuovo vescovo in Duomo

Una folla festante e applausi per l’ingresso ufficiale di Monsignor Migliavacca alla guida della Diocesi. Parole chiave: “grazie” e “cercare la vita”



AREZZO — Tanta, tanta gente. Una folla festante ha gremito il Duomo per l’ingresso ufficiale alla guida della Diocesi di monsignor Andrea Migliavacca.

Fedeli, sindaci dell’intera provincia aretina, prelati - tra cui i cardinali Betori, Bassetti e Simoni - autorità civili e religiose, all’entrata del nuovo vescovo nella navata centrale lo hanno accolto con uno scrosciante applauso carico di gioia. E lui non ha lesinato sorrisi e strette di mano. Una empatia con la gente percepita fin da subito, con il programma di questa giornata in cui ha incontrato per primi i più deboli.  
Ma ha anche avuto il saluto delle istituzioni nella sala del Consiglio di Palazzo Cavallo, affermando di voler improntare una collaborazione, un cammino insieme per il bene comune.

E gli applausi hanno riempito la Cattedrale e segnato pure il “passaggio di consegne” da monsignor Riccardo Fontana. Come, inoltre, la lettura della bolla papale ma anche la sua “proclamazione” ufficiale a pastore della Diocesi di Arezzo-Cortona e Sansepolcro.

Quindi, l’omelia di Migliavacca che ha ringraziato il popolo, i prelati e la sua mamma - presente sulla prima panca- sottolineando poi la particolarità di questa Domenica, la prima di Avvento, con la parola chiave di questo momento: l’attesa. Infine, non è mancato un riferimento alla Madonna del Conforto alla quale ha affidato il popolo aretino e la cui cappella era gremita oltre ad avere un maxi schermo con la messa in diretta.

L’OMELIA
Chiese. “Inizio oggi con voi, amata Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il mio cammino di Pastore e a tutti voi chiedo il dono della accoglienza, il dono della vostra benedizione, la cordialità della vostra amicizia. A tutti dico già il mio grazie più intenso” ha detto il nuovo vescovo nella sua omelia pronunciata in Cattedrale durante la celebrazione eucaristica che ha rappresentato il cuore dell’intensa giornata.

“Ci guidano le letture che sono state proclamate, perché come già ho scritto nel mio primo saluto alla diocesi ci guida la stella polare della Parola di Dio. Le tre pagine bibliche ci parlano anzitutto di attesa” ed “è con questo spirito di attesa che possiamo leggere anche l’inizio del mio ministero in mezzo a voi” ha voluto sottolineare il presule, che poi ha aggiunto: “Tante attese ci accompagnano nella vita e anche oggi, anche in questa celebrazione, anche nel mio cuore… E la Parola ci dice: viene il Signore, c’è vita per te…”.

Un secondo richiamo emerge dalla Parola proclamata dove figura “un incontro promesso”, accompagnato dall’attesa, “che è portatore di vita”, si tratta dell’incontro con Dio: “Cercare Dio – ha proseguito il vescovo Andrea – significa dunque cercare la vita vera, la vita donata da Lui. Vorrei vivere così da vescovo in mezzo a voi…: cercando la vita…, nell’incontro con il Signore e con tante storie di vita, le vostre. Lo stile è racchiuso un poco anche nel motto del mio stemma episcopale: ‘Maestro dove abiti?’ e poi la stella cometa che guida una ricerca… Cercare la vita. Desidero cercare, vedere, incontrare la vita, promuoverla lì dove si trova o dove va fatta rinascere, lì dove c’è anche una pur flebile esperienza di vita ed ogni sua espressione, nei luoghi ove è segnata da fragilità eppure è carica di pienezza. Cercare la vita… anche nelle povertà, nelle fragilità, nel peccato, nelle diversità… Vedere la vita che nasce, vedere la vita possibile, gustare la vita, accogliere, ascoltare, condividere. Così leggo per me oggi l’invito a vegliare: cerca la vita…, cogli ogni seme di vita… e indicala ai tuoi fratelli e sorelle, a voi, cari amici. L’Avvento potrebbe diventare tempo intenso in cui chiedere al Signore che egli non aggiunga soprattutto giorni alla nostra vita, ma vita ai nostri giorni”.

Il vescovo Andrea ha voluto concludere l’omelia con un’immagine evocativa, per interpretare il suo essere partito dalla Lombardia, terra di origine, per approdare in Toscana: “Il riferimento è ad un film dei fratelli Taviani, originari di San Miniato. Il film mostra la scena di un bimbo in auto… e, guardando dal finestrino, chiede: ‘Cos’è quella luce là in fondo?’. ‘La Toscana’, gli viene risposto. Cari amici, mi immagino su quell’auto. Anche io posso dire come quel bimbo: Cos’è quella luce là in fondo? E sento l’eco della risposta che mi dice… ‘È la Toscana’, dove sono vescovo, e per me anche San Miniato che è stato luce che mi ha accolto e ora… Arezzo. Cos’è quella luce là in fondo? La voce mi dice chiara…, ora…: Arezzo”.

Claudia Martini
© Riproduzione riservata


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Applausi e gioia all’ingresso del nuovo vescovo in Duomo
Il saluto e l’omelia del vescovo Migliavacca all’ingresso alla guida della Diocesi

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