Attualità giovedì 16 aprile 2015 ore 19:33
Su il sipario al teatro Petrarca
Una grande fretta, come per le grandi occasioni. Fretta di entrare per centinaia di aretini che hanno affollato il teatro
AREZZO — Un solo protagonista: il teatro stesso. In centinaia per vedere se era rimasto lo stesso, se era cambiato, come era cambiato dopo 5 anni di silenzio e dopo altri 5 di intensi e difficili lavori.
“E' la festa della città – ha detto il pro Sindaco Stefano Gasperini che ha prima di tutto ringraziato Giuseppe Fanfani per essere stato il “motore” della macchina del restauro nei suoi anni da Sindaco. Gli aretini si riprendono il loro teatro”.
Con lui, sul palco, il Presidente dell’Accademia del Teatro Petrarca, Pietro Luciani: “è stato un percorso ad ostacoli, lungo e impegnativo. Il risultato finale riempie il cuore a chi ha dato il cuore per il teatro”. E poi l’assessore Franco Dringoli ha anche ringraziato la ditta Marconi per aver messo a disposizione gli arredi del teatro. Sono quindi intervenuti l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli; il Presidente della Provincia, Roberto Vasai ; il Coordinatore del Gruppo progettazione e direzione lavori, Roberto Verdelli che con grande emozione ha ricordato tutti coloro, dagli architetti agli ingegneri, dai restauratori agli operai, dagli idraulici agli elettricisti che hanno reso possibile il ritorno del Petrarca alla città.
I lavori - la prima “crepa” venne registrata l’8 marzo 2000, in occasione di una visita didattica al Teatro Petrarca di un gruppo di studenti, quando emerse che una struttura portante della copertura versava in pessime condizioni di stabilità. Fu così dato avvio a un primo restauro di pronto intervento che in qualche modo rinviò la chiusura definitiva del 2005. Quest’ultima rappresentò la cesura di una storia cominciata il 21 aprile 1833 quando al Teatro Petrarca andò in scena “Anna Bolena” di Gaetano Donizetti.
La configurazione del teatro al momento di questa chiusura risultava sostanzialmente inalterata rispetto all’ultima riorganizzazione tardo-ottocentesca. Il progetto di restauro e adeguamento funzionale si è articolato in più fasi e ha interessato vari ambiti, dovendo rispondere ai molteplici requisiti connessi al funzionamento di una moderna “macchina teatrale” e al tempo stesso garantire la compatibilità di ogni intervento con una preesistenza storica di valore architettonico e culturale.
Intanto la fruibilità: il progetto ha previsto infatti la completa riorganizzazione del sistema dei percorsi, la nuova sistemazione della biglietteria, il recupero dello scalone di rappresentanza, l’ammodernamento di guardaroba, bagni e servizi igienici, una più ampia zona bar. A tale proposito il bar avrà un collegamento diretto con il giardino del teatro, di cui potrà avvalersi per servizi all’aperto. La riqualificazione degli spazi esterni del teatro ha rappresentato uno degli elementi qualificanti. L’area retrostante era in stato di abbandono, specie il giardino pensile prospiciente Piazza del Popolo. Si potrà ora raggiungere il giardino, completamente risistemato, che sarà disponibile per nuove funzioni integrative, non solo legate al bar, ma alle più varie attività civiche in un inedito percorso urbano di connessione tra Piazza del Popolo e via Guido Monaco.
Opere importanti sono state realizzate negli spazi direttamente destinati allo svolgimento degli spettacoli per consentire la massima compatibilità con i vari generi di rappresentazioni teatrali. In particolare, nel caveo di platea, è stato ampliato il golfo mistico per accogliere un maggior numero di orchestrali ed effettuato un nuovo e più confortevole allestimento delle poltrone. La zona del palcoscenico è stata rifatta: esso, prolungato verso la sala del pubblico di circa un metro, per consentire agli artisti di esibirsi fin sotto l’arco del boccascena, potrà sopportare i carichi richiesti per lo svolgimento di ogni genere di spettacolo.
Ai piani dei vari ordini di palchi è stato innanzitutto effettuato il recupero dei camerini dislocati dal primo al terzo piano in modo da renderli consoni al prestigio dei migliori attori e sufficienti anche per compagnie numerose. Il recupero dei palchetti degli spettatori ha previsto la rimozione generalizzata delle tinteggiature esistenti, eseguite in materiale plastico negli anni Settanta e il conseguente ripristino di pitture coerenti con i tipi originari, la sostituzione dei controsoffitti con altri di adeguata resistenza al fuoco, la pulitura e il trattamento delle pavimentazioni in cotto con il rifacimento delle parti incongrue, la sostituzione delle porte in faesite con altre coerenti con l’architettura storica del teatro. Nei corridoi e nelle scale sono stati sostituiti i rivestimenti in marmo e le pavimentazioni in graniglia con altri in pietra e in cotto.
Consistenti anche gli interventi per la messa in sicurezza dell’edificio sotto il profilo della prevenzione incendi. Si è proceduto, in particolare, alla realizzazione di una nuova scala di sicurezza sul lato prospiciente il monastero della Badia al fine di collegare tutti gli ordini dei palchi con una scala “protetta” in una zona dell’edificio che ne era fino a oggi sprovvista. L’antica scala, che originariamente disimpegnava in modo esclusivo solo il III e IV ordine dei palchi, è stata resa accessibile come via di esodo anche per il I e II ordine. Il progetto di consolidamento delle antiche strutture del teatro è stato finalizzato a un maggiore livello di sicurezza dell’edificio rispetto a eventuali fenomeni sismici.
I nuovi impianti sono stati progettati in linea con i più aggiornati criteri, fornendo tutte le potenzialità per future implementazioni anche in ambito di performance multimediali. All’impianto di climatizzazione è stata rivolta attenzione in quanto dovrà rispondere non solo alle esigenze di confort ambientale, ma anche di piena compatibilità con l’ascolto o l’esecuzione di musica e prosa. I nuovi impianti elettrici consentiranno una miglior gestione di luci e potenza all’interno del teatro, con il completo rinnovo di tutti i quadri elettrici. Particolare attenzione è stata riservata all’impianto di illuminazione che ha reimpiegato gli antichi corpi illuminanti, procedendo al restauro di lampadari e applique a pendenti con gocce di cristallo attraverso un’accurata pulitura e doratura dei vari componenti. Per garantire il contenimento dei consumi, sono state installate lampade a led in sostituzione di quelle esistenti a incandescenza.
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